"La marea nera. Origini e avvento del fascismo ad Arezzo e provincia. 1915-1924" è la seconda edizione del libro scritto dal giornalista e storico Salvatore Mannino, con prefazione di Camillo Brezzi.
La pubblicazione, edita da Aska, racconta la nascita del movimento politico d’estrema destra fondato da Benito Mussolini nel 1919 nell’Aretino, terra che ha pagato un dazio pesante in quegli anni.
Il volume uscì nelle librerie per la prima volta nel 2004. Vent’anni dopo nuovo editore, nuovo titolo, ma contenuto sostanzialmente immutato, seppur con alcuni aggiornamenti e con l’aggiunta di un ricco apparato iconografico, che ha consentito all’autore di allargare lo sguardo al periodo del Regime fino alla sua caduta del 1943.
"Nate originariamente come tesi di laurea, discussa nel 1986 al Cesare Alfieri di Firenze, le quasi mille pagine di dattiloscritto sono poi rimaste “in sonno” per quasi vent’anni, fino al 2004, in uno scaffale – racconta Mannino nella sua introduzione – Non avevo mai abbandonato il progetto di pubblicarle, ma me ne era sempre mancato il tempo". Vengono quindi ricostruite le origini e le radici di un fascismo provinciale, quello aretino, “la cui genesi e il cui sviluppo si inquadrano peraltro nei canoni già definiti dalla storiografia nazionale: la violenza come strumento ordinario di lotta politica, un movimento e poi un partito di natura populista, espressione dei ceti medi emergenti ma che cresce e arriva al potere nel compromesso con la classe dirigente tradizionale, da cui riceve ampi appoggi e finanziamenti. E poi il fascismo come religione della politica, cui si accompagnano episodi di inaudita crudeltà, dal Valdarno a Foiano, nel terribile biennio 1921-22, frutto tuttavia di una lunga storia precedente, dall’Unità al drammatico dopoguerra".