Arezzo, 18 novembre 2024 – Cinque giorni nella corsa contro il tempo per Gaza. Un’operazione lampo che ha messo in moto la macchina della solidarietà e racconta anche l’attitudine al fare degli aretini. Le Misericordie d’Italia sono il ponte sul quale cammina il volontariato, la potenza della concretezza quando in gioco c’è la vita delle persone. Come a Gaza, tra le bombe e i morti. Un appello al "fate presto" che Domenico Giani, al timone della Confederazione nazionale delle Misericordie, ambasciatore dell’Ordine di Malta e presidente di Eni Foundation, ha raccolto e tradotto nella missione umanitaria che domani consegnerà al porto d Ashdod 17 tonnellate di viveri. La missione coordinata da Giani nasce come risposta operativa alla richiesta del ministero degli Esteri di Cipro. Giani è ambasciatore dell’Ordine di Malta a Cipro e in Gambia e per il suo know-how a livello internazionale acquisito durante i ventidue anni alla guida della Gendarmeria Vaticana, è stato incaricato dell’operazione. Con una rete di intervento sotto l’egida delle Nazioni Unite che ha mobilitato partner istituzionali: Unione Europea, Stati Uniti Emirati Arabi Uniti.
Giani come nasce il progetto umanitario?
Ho ricevuto la richiesta nella mia veste di ambasciatore dell’Ordine di Malta a Cipro, che ha un ruolo strategico in questa fase.
Perché?
"È l’hub per gli aiuti verso il porto israeliano di Ashdod. Da Cipro è stata aperta una rotta sicura che consente in maniera più diretta di entrare a Gaza".
Come si è mossa la macchina della solidarietà?
"L’operazione è stata resa possibile grazie alla disponibilità del ministro della Difesa, del Gabinetto del ministro, del Comando di Vertice Interforze della Difesa e dello Stato Maggiore dell’Aeronautica, che hanno autorizzato il volo da Pisa con il carico di aiuti e contribuito al rapido coordinamento logistico per il trasporto, all’aiuto in loco dell’Ambasciata dell’Ordine di Malta e, soprattutto dell’Unità di Crisi del Ministero degli Affari Esteri cipriota".
Come ci siete riusciti in soli cinque giorni?
"È quella che io chiamo ’fantasia della carità’. Una mobilitazione straordinaria e corale. Nel giro di poche ore grandi aziende e le reti di distribuzioni nazionali hanno risposto all’appello. E Arezzo ha fatto la sua parte con l’adesione dell’azienda Menchetti, oltre all’impegno dei volontari, sopratutto l’Area Emergenze della Confederazione nazionale: giovani abituati a rispondere a ’tempo zero’ alle emergenze in Italia e all’estero".
Che ruolo gioca il volontariato nei teatri di guerra?
"Indispensabile. Garantisce l’aiuto alle persone, incoraggia al dialogo, mostra il valore del servizio alla persona e dell’umanità. Ognuno di noi può svolgere questo ruolo. Siamo innamorati della pace, con azioni concrete e non semplici parole, come ricorda il fondatore di Rondine Franco Vaccari. Per questo siamo dalla parte di tutte le popolazioni civili che soffrono. Il ruolo del volontariato è fondamentale: noi stiamo riaprendo la sede delle Misericordie a Betlemme per portare avanti il nostro modello di servizio".
Diciassette tonnellate di viveri in cinque giorni. Cosa l’ha colpita di più in questa mobilitazione?
"I doni che i bambini dell’Istituto Bartolo Longo, figli di famiglie in difficoltà, hanno voluto preparare per i bambini di Gaza. Mi ha ricordato i doni che i bambini di Bangui in Centro Africa offrirono ai bambini delle zone terremotate di Umbria e Marche e che raccogliemmo durante la visita di Papa Francesco in quel continente, il più povero del mondo".
Ha guidato una missione analoga in Ucraina. Con quali effetti?
"Ci hanno chiesto di aiutarli a far nascere sedi delle Misericordie nel loro Paese dove hanno il problema di assistere molti anziani rimasti soli, per i figli in guerra o rifugiati all’estero. Lavoriamo per diffondere il nostro modello di servizio alla persona, come del resto sta facendo la Misericordia di Arezzo attraverso le tante attività rivolte a chi ha bisogno".