Il ritornello è sempre quello, stavolta con l’aggiunta del progetto suicidiario: i debiti, la fuga in Albania, la decisione di farla finita e poi le preghiere nella comunità di frati a Medjugorie e il tesoro ritrovato a Montecristo: 250 chili d’oro in monete a Cala Fortezza e Cala Corfù che proprio venerdì scorso stava andando a riprendere.
Davide Pecorelli, 45 anni, l’imprenditore umbro-toscano che aveva inscenato il suo omicidio in Albania non si sottrae. E a ’La Vita in Diretta’ ripropone il racconto da fiction già al centro dell’audizione davanti ai magistrati della procura di Perugia. Che intendono chiudere il caso, senza ipotesi di reato e inviare le dichiarazioni dell’ex arbitro a Tirana (per la simulazione di reato) e a Grosseto che l’ha denunciato per sostituzione di persona per la parte relativa al fantomatico tesoro di San Mamiliano (in realtà ritrovato nel 2004).
L’unica certezza sembrano i debiti: la squadra mobile di Perugia aveva già accertato una situazione finanziaria critica e la procura di Arezzo, diretta da Roberto Rossi (pm Julia Maggiore) sta svolgendo indagini su una possibile bancarotta per una delle sue società fallite. "La situazione era drammatica a livello economico, a quel punto ho deciso il suicidio ma prima – racconta in tv – sono andato da un prete per confessarmi. E’ stato lui a dirmi della possibilità delle ossa (trafugate). Mi ha detto ’le mettiamo dentro la macchina e le diamo fuoco’". Ovviamente il nome del fantomatico prete è blindatissimo. "Non lo farò mai perché è la persona che mi ha salvato la vita, quindi non lo tradirò…”.
Pecorelli nega però di averlo fatto per incassare il premio dell’assicurazione da 300mila euro. In realtà è una delle ipotesi avanzata anche dagli investigatori ma senza certificato di morte sarebbe stato impossibile incassare e la procura di Perugia si è messa a indagare chiedendo anche l’invio dei frammenti ossei per verificare la corrispondenza con il dna. Risultati inutilizzabili e quindi nessuna morte e nessun risarcimento. "E’ 30 anni che ho l’assicurazione sulla vita, quindi anche questo è fantascientifico", si giustifica in tv.
Come tutta la sua storia. "Poi il prete mi ha trasferito in una comunità di Medjugorie e lì sono stato 8 mesi senza mai sentire i familiari. "Per quattro mesi ho pianto, sono stati veramente drammatici".
La televisione albanese Top Channel ha invece trovato le prove che Pecorelli in questi nove mesi di scomparsa è rimasto a Valona, dandosi alla bella vita. Avrebbe tentato la fortuna oltremare per sfuggire ai creditori, non ci sarebbe riuscito e avrebbe deciso di tornare il 12 settembre.
Il perché è ancora misterioso. Come il fantomatico tesoro ritrovato su cui adesso proverà a fare luce la procura di Grosseto.
"Era stato il capo della comunità a propormi di prendere tre casse con monete d’oro".
Ma tu la crederesti una storia come la tua?
"Difficile da credere, però sto dicendo tutta la verità…".
Eppure in pochi gli credono. Nemmeno i familiari.
Eri.P. e Fa.Pa.