GLORIA PERUZZI
Cronaca

La notte magica del thriller girato qui. Aretino protagonista, 300 comparse

La serie della Farrago stasera in anteprima all’Eden. Poi il lancio su Prime dal 19. Negozi e case usati come set

La notte magica del thriller girato qui. Aretino protagonista, 300 comparse

"Rumors - La casa brucia" finalmente su Prime Video. A partire dal 19 febbraio, la serie tv realizzata dalla Farrago, mostra Arezzo in una delle più importanti piattaforme di streaming. Dopo la première internazionale di Denver, quella europea di Berlino, stasera al cinema Eden, ore 21, è in programma la presentazione italiana.

Gran parte del cast principale insieme a registi e sceneggiatori presenteranno il primo degli otto episodi. Girata interamente ad Arezzo, "Rumors - La casa brucia", ha una trama avvincente. È un thriller che racconta le indagini di tre giovani su alcune misteriose aggressioni.

Ne sono protagonisti l’aretino Tommaso Bocconi (Marco), fotografo squattrinato, Gaia Ria (Sofia), laureanda in lettere antiche e Valentina Bivona (Lidia), cameriera e rider: "Volevamo rappresentare la vita di tre ragazzi di oggi che si intrecciano, però, con un mistero che sconvolge la città", racconta Tommaso Caperdoni, co-regista e produttore insieme a Luca Bizzarri.

Come nasce la sceneggiatura?

"Durante la pandemia, a fine 2020 quando eravamo tutti in zona rossa. Ci siamo trovati settimanalmente, on line, per scriverla".

Ha contagiato anche la trama?

"Sicuramente ci ha stimolato a parlare di casa, famiglie, relazioni e molti dei disagi giovanili di cui parliamo spesso".

Temi d’attualità e anche autobiografici?

"Raccontare la nostra generazione è stato uno degli obiettivi principali, visto che in tv e al cinema è sotto rappresentata".

In che senso?

"Quasi tutte le serie che parlano di ragazzi sono scritte da adulti e non ci rispecchiano davvero. Qui, abbiamo portato sul set noi stessi".

Che tipo di produzione avete creato?

"Partecipata e giovane. Tutte le firme tecniche, regia, sceneggiatori, costumi, fotografia, le musiche originali, sono state realizzate e coordinate da ragazzi sotto i trent’anni".

C’è molto di Arezzo e tanti aretini.

"È stata un’opera collettiva. Abbiamo avuto circa 300 aretini di qualsiasi età come comparse. Abbiamo avuto la collaborazione di esercizi commerciali, musei, del Comune stesso; famiglie che ci hanno permesso di usare le proprie case come set, altre ci hanno prestato auto, vestiti".

Uno sforzo enorme.

"Quello che abbiamo fatto è un’esperienza unica. Non esistono esempi di un tale livello di coinvolgimento sociale per una serie tv".

Il cinema si può fare anche in provincia?

"È stata la sfida più grande per noi e per il settore".

Con quale obiettivo?

"Raccogliere quel successo che ci permetta di iniziare a lavorare alla seconda stagione".

Cosa significherebbe per la città?

"Questa volta dovremmo usare una produzione più strutturata, quindi un indotto economico importante per Arezzo che, così, verrebbe inserita nella mappa delle produzioni".

Cos’ha imparato?

"Tutti possono fare qualcosa di grande, perchè il cinema autentico può rinascere anche in assenza di mezzi per l’urgenza di comunicare. E, la potenza sociale del cinema, quella di creare una comunità, darle conoscenze e competenze".

Quale desiderio alla vigilia della premiére?

"Che molti aretini ci sostengano guardando la serie. E, che i nostri attori Bocconi e Sessa, possano iniziare carriere cinematografiche davvero importanti visto che hanno già firmato con le agenzie cinematografiche di Gassman e Marinelli".