La predica del Battista, il battesimo di Gesù. Due capolavori in mostra al Museo Diocesano

Mostra a Arezzo sullo Stendardo dei Peducci dipinto da Vasari nel 1549, con opere restaurate e riscoperte. Celebrazione anche alla Giostra del Saracino. Restauro sponsorizzato da Fondazione Guido d’Arezzo e Opera Laboratori.

La predica del Battista, il battesimo di Gesù. Due capolavori in mostra al Museo Diocesano

Mostra a Arezzo sullo Stendardo dei Peducci dipinto da Vasari nel 1549, con opere restaurate e riscoperte. Celebrazione anche alla Giostra del Saracino. Restauro sponsorizzato da Fondazione Guido d’Arezzo e Opera Laboratori.

Lo stendardo processionale dipinto da Vasari nel 1549 per la Compagnia di San Giovanni Battista dei Peducci, costituito da due raffinatissime tele raffiguranti la Predica del Battista e il Battesimo di Gesù, è al centro di "Si è mangiato altro che pane e messer Giorgio. Fortuna critica e nuove ricerche sullo Stendardo dei Peducci", la mostra dossier a cura di Serena Nocentini da oggi nel Museo diocesano di Arte Sacra. Le capacità del Vasari pittore verranno messe in luce, oltre che da questo capolavoro che ben rappresenta il nucleo di opere vasariane custodite al Museo, da tele sotto alcuni aspetti inedite riscoperte nella badia delle Sante Flora e Lucilla e riportate alla luce e restaurate per l’occasione. Anche la Giostra del Saracino celebra Giorgio Vasari nell’anno a lui dedicato, esponendo presso il Palazzo Comunale due Lance d’Oro dedicate al poliedrico artista aretino, che aprirà domani. La fortuna critica dello Stendardo dei Peducci, testimoniata dallo stesso Vasari nell’Autobiografia, può leggersi ulteriormente in un secondo stendardo, sicuramente coevo e conservato nella badia delle Sante Flora e Lucilla. Come per lo Stendardo dei Peducci, le due tele che compongono questa insegna processionale erano state separate e trasformate in singoli dipinti – uno dei quali rinvenuto di recente nei depositi della chiesa –, e per dimensioni, soggetto e stile l’esemplare è praticamente identico all’originale. "Si è mangiato altro che pane e messer Giorgio" ha fornito l’occasione per un intervento di restauro sponsorizzato da Fondazione Guido d’Arezzo e Opera Laboratori e coadiuvato da una fondamentale campagna d’indagini diagnostiche non invasive e da ricerche.