La rivolta dei trattori arriva nel centro storico di Arezzo. Tre dei cinquanta giganti della manifestazione hanno sfilato dallo stadio della città fino alla centralissima piazza Guido Monaco, dove intanto alcuni manifestanti armati di megafono e bandiere si erano radunati, sotto gli occhi di tanti cittadini incuriositi mentre tanti altri erano bloccati nelle strade, imbottigliati nel traffico che si era creato.
Il corteo è iniziato nella mattinata nei pressi del casello autostradale di Bettolle, tra la provincia di Siena e Arezzo. Poi il serpentone dei cinquanta trattori è arrivato fino in città, frazione dopo frazione, da Cesa fino a San Zeno, mandando in tilt il traffico che è rimasto congestionato per buona parte della mattinata nelle arterie che mettono in collegamento la Valdichiana aretina con la città.
"Vogliamo lo stato di crisi adesso", dicono senza mezzi termini gli agricoltori al loro terzo giorno di protesta nelle strade. "Così per noi è impossibile lavorare, noi vogliamo la tutela dei nostri prodotti e la valorizzazione dei nostri prezzi", aggiungono facendo riferimento alle tante richieste all’ordine del giorno che vorrebbero portare sul tavolo del ministero dopo la fumata nera di anno scorso, quando tutto si concluse in un nulla di fatto. "La situazione è identica a prima, non è cambiato niente" - sostengono all’unisono i referenti della protesta in Valdichiana, Andrea Faralli e Fabio Iacomini.
Oggi è in programma un’altra giornata di protesta che sarà arricchita con la presenza dei sindaci che faranno sentire la propria voce insieme a quella degli agricoltori. I “trattoristi“ attendono anche il presidente Giani che in un primo momento non aveva escluso la sua presenza.