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La cerimonia a Rondine
Arezzo, 13 febbraio 2025 – Una cerimonia semplice ma densa di significato quella che si è tenuta oggi a Rondine per onorare la ricorrenza dell’anniversario della morte di Giovanni Palatucci, l’ultimo Questore di Fiume, deceduto nel campo di sterminio di Dachau, il 10 febbraio 1945.
Nella Cittadella della Pace la memoria di Palatucci continua a vivere attraverso l’ulivo che la Questura della Provincia di Arezzo ha voluto donare al borgo di Rondine nel 2021 e ogni anno la sua vita torna a ispirare nuove riflessioni attraverso una commemorazione.
Riconosciuto come “Giusto tra le Nazioni” e proclamato “Servo di Dio” in virtù del suo impegno speso per la salvaguardia dell’umanità, che ha permesso a numerosi ebrei di essere salvati dall’Olocausto, a Palatucci nel 1995 lo Stato italiano ha anche attribuito la Medaglia d'Oro al Merito Civile.
"Questa mattina abbiamo ricordato Giovanni Palatucci, ultimo Questore di Fiume, che salvò dalla deportazione moltissimi ebrei. La sua storia, che potremmo intitolare "il coraggio di una scelta", è una storia di vita - afferma il Questore Maria Luisa Di Lorenzo che ha promosso l’iniziativa - ed è ricordata dalla Polizia di Stato a Rondine Cittadella della Pace, luogo simbolo dell'integrazione e del dialogo".
Attorno all’ulivo, oggi si sono raccolti i giovani internazionali della World House, che arrivano a Rondine da zone di guerra per disarmarsi e superare la logica del nemico. “La memoria richiede coraggio. Non basta commemorare vittime di ingiustizia e chi ha tentato di proteggerle.
La memoria ci chiede di riconoscere che l'odio, il fanatismo e l'indifferenza non sono fantasmi del passato, ma realtà ancora vive in ogni angolo del mondo. Questo è quello che noi giovani della World House siamo venuti a testimoniare venendo a Rondine”.
Afferma Jesus, giovane studente proveniente dalla Colombia che ha portato un messaggio a nome di tutti i giovani della Cittadella. “Vorrei che oggi ci prendessimo un impegno nel presente oltre che ricordare il passato. Un impegno per la pace, la giustizia e la dignità umana. Non siamo solo spettatori della Storia, ma suoi custodi”.
La custodia della “memoria” diventa quindi fonte di ispirazione per le nuove generazioni affinché possano tracciare un futuro con il coraggio e la forza di scrivere una storia diversa. Come fu per Giovanni Palatucci.
“Sul Questore di Fiume che oggi ricordiamo vorrei sottolineare che è stato un uomo che ha vissuto fino in fondo il proprio dovere, come uomo delle Istituzioni e con la pienezza della propria umanità.
Due aspetti che è bello ricordare come necessari nel servizio pubblico. Un adoperarsi per il bene delle persone fino a dare la vita. Un sacrificio che non è stato vano che porta frutto e stimola il nostro impegno ancora oggi.”. Afferma il Vescovo della Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, Mons. Andrea Migliavacca, apprestandosi a officiare un momento di preghiera.
Memoria che può tradursi in azione e scelte concrete per ognuno di noi, come ricorda il Vicepresidente di Rondine, Angiolo Fabbroni: “Siamo onorati ogni anno di ospitare questa cerimonia sentita, che tocca le radici di Rondine. Palatucci non è stato indifferente e ha aiutato i più deboli e i perseguitati.
Un male quello dell'indifferenza che affligge anche i nostri tempi. Con i giovani di Rondine cerchiamo di coltivare la memoria ogni giorno, in quanto unico antidoto contro l'indifferenza”.
Tra le numerose autorità territoriali, insieme alla rappresentanza della Presidenza e degli studenti della Cittadella della Pace, hanno preso parte alla cerimonia anche il Prefetto Clemente Di Nuzzo, il Vicesindaco Lucia Tanti, il Presidente della Provincia Alessandro Polcri e i Comandanti Provinciali delle Forze dell’Ordine.