
Silvia Ciarpaglini
Arezzo, 16 luglio 2020 - La regina delle «Pulci» scende in campo. No, non Campo di Marte, il giardino del «miracolo», da un pugno di banchi ad un evento da mille espositori. Ma il campo della politica: Silvia Ciarpaglini forse non la ritroverete presto, complici le regole del Covid, al Centro Affari ma sulla scheda elettorale sì. «E’ vero – conferma – mi candido con Italia Viva».
Si candida alle regionali, forse in testa di lista, secondo sentieri e decisioni ancora da definire. Ma si candida. Renziana di ferro? «No, non ho mai avuto tessere nè le prenderò stavolta: ma mi hanno proposto un progetto politico che non potevo rifiutare». In sintesi? Esportare in Toscana il modello aretino. Che non è, o almeno non è solo, un carosello di banchini sui quali svuotare le soffitte. «Alla base c’è un’idea del welfare di comunità che ho sempre avuto: partecipare, fare squadra, disegnare modelli di città più ricchi di occasioni che di barriere».
Ad esempio porta Aprìto, la città dei bambini, il padiglione più volte proposto al Palaffari tra attività sportive e ludiche. «E’ un modo per abbattere le dipendenze con lo sport e la fantasia». Giocando o magari anche facendo politica. Ma perché proprio con Renzi? «Premetto che non l’ho ancora conosciuto, tutti i contatti sono stati qui con Gianni Uliveli e Bianca Leda Patrussi e con il coordinatore regionale Stefano Scaramelli».
Lui, il presidente della commissione sanità, alla guida dello schieramento che a livello regionale appoggerà Eugenio Giani. Ad Arezzo la lista non dovrebbe partecipare alle comunali, al massimo con esponenti a titolo personale in una delle liste. Ma Silvia non entra in queste dinamiche e punta alla Regione. «A darmi la spinta definitiva è stata la bufera Covid. Da una parte ha paralizzato quelle iniziative sulle quali io e la mia squadra abbiamo lavorato per anni. Un colpo di spugna e tutti fermi».
Ma non è solo questo. «E’ un momento di ripartenza e quando riparti hai l’occasione di riorganizzare un modello di società diverso. Ed è quello sul quale mi impegno da anni». Integrazione, partecipazione dal basso. Forse anche un pizzico di diffidenza verso la politica tradizionale? «No, la politica è grande e l’antipolitica non mi ha mai appassionato: certo se parti dalla base come noi di ostacoli ne trovi tanti. E se ti capita l’occasione di decidere invece che di subire non devi aver paura».
Gli ingredienti sono quelli di sempre: la rete di associazioni, il volontariato, il coinvolgimento degli studenti, il welfare comunitario di Oxfam, mescolati con un pizzico di creatività. Vorrebbe rimettere tutte le caselle al loro posto ma per farne un puzzle diverso.
Sì ma politicamente si ritrova in questa linea? Sarà nella coalizione di appoggio ad Eugenio Giani «Sono sempre stata liberale e riformistaa, perché no? E proprio essere in una coalizione mi ha dato la forza, non puoi andare avanti da sola come Don Chisciotte».
Oddio, fare lo ha fatto spesso e volentieri ma a 42 anni, sette dei quali a costruire eventi, si può anche cambiare pagina. E le comunali? «Ho ricevuto tante offerte ma non volevo confondere il ruolo che ho avuto finora con nuovi scenari». Intanto il mercatino aspetta. «Con le nuove regole diventa un delirio».
Ove eletta è chiaramente decisa a lasciarlo alla squadra messa in piedi in questi anni. Sì, la regina delle Pulci è pronta ad abdicare: sta brutto entrare in cabina con la corona in testa.