LUCA AMODIO
Cronaca

La rivolta dei trattori. La marcia dei cinquanta all’entrata dell’Autosole. Domani il corteo in centro

La sfilata rumorosa dei mezzi agricoltori dopo Foiano giovedì arriva in città. Il ritrovo allo stadio poi la mobilitazione lungo via Giotto e Guido Monaco.

La sfilata rumorosa dei mezzi agricoltori dopo Foiano giovedì arriva in città. Il ritrovo allo stadio poi la mobilitazione lungo via Giotto e Guido Monaco.

La sfilata rumorosa dei mezzi agricoltori dopo Foiano giovedì arriva in città. Il ritrovo allo stadio poi la mobilitazione lungo via Giotto e Guido Monaco.

"Stato di crisi ora". Con questo grido oltre cinquanta trattori hanno acceso i motori e da Foiano si sono mossi verso il casello Valdichiana, a Bettolle. Obiettivo congestionare il traffico; e così è stato: per diversi minuti la rotatoria che si trova all’imbocco dell’entrata in A1 è stata monopolizzata dalla marcia dei mezzi agricoli che di fatto hanno bloccato le auto in entrata e in uscita dall’autostrada. Ma non solo: un’altra parte degli agricoltori era partita nell’altra direzione, verso Foiano, quindi Cesa. E anche qui il risultato è stato lo stesso: circolazione ko sull’arteria. Questa la situazione per buona parte della mattinata di ieri, dalle 10.30 in poi, prima che la protesta si spostasse a Torrita di Siena.

E oggi ci sarà il bis. Si parte ancora alle 10 e si marcerà fino alla rotonda di Renzino, per circa due ore, fino ora di pranzo. Sarà così anche venerdì pomeriggio e sabato mattina. Domani invece i trattori arriveranno in città. Si parte dal presidio lungo la strada provinciale 327: poi Cesa, Montagnano, Alberoro, Pieve al Toppo, San Zeno, fino allo stadio. Qui gli agricoltori si fermeranno per due ore fino a quando tre mezzi saranno “spediti“ lungo le strade della città. Percorreranno viale Giotto, via Crispi, via Roma e arriveranno in piazza Guido Monaco da dove poi torneranno indietro. E non accadrà solo nella provincia della Chimera ma in tutto lo stivale, da nord a sud. Una marcia rumorosa con i giganti della terra, simbolo della battaglia, come il tricolore issato sulle grandi ruote.

"Il piano è quello di dare di nuovo valore al nostro prodotto, vogliamo che costi il giusto, non che sia sottopagato", spiega Andrea Faralli, coordinatore del presidio in Valdichiana, prima di partire alla guida del serpentone. "Stato di crisi adesso, facciamo questa richiesta allo Stato, ogni giorno ci arrivano rate e mutui da pagare ma noi non incassiamo assolutamente niente", aggiunge.

Mobilitazione, quella dei trattori in rivolta, che era partita già anno scorso alla guida di Salvatore Fais e del suo Riscatto agricolo ma che adesso torna alla carica, seppur in scala ridotta ma con un carattere più autoctono (anno scorso furono un centinaio quelli che presero parte al corteo). "Anno scorso ci sono stati problemi a Roma, non siamo stati presi sul serio, magari ci sono stati anche errori da parte nostra, da parte di quelle che erano le persone, ma per noi la situazione è insostenibile - aggiunge Fabio Iacomini, altro referente - tutti mesi ci arrivano rate e pagamenti ma noi non riusciamo a coprirle con i nostri prodotti, ecco perché siamo di nuovo in azione". "Vogliamo lo stato di crisi per chiedere agevolazioni e misure speciali: la tutela dei nostri prezzi, la valorizzazione del made in Italy ed essere protesti dalla concorrenza sleale, senza considerare il problema della fauna selvatica per noi produttori".