Stasera alle 21, presentazione del libro La rivoluzione della Cura di Massimo Orlandi, alla Fondazione Baracchi. Può bastare un gesto per rimettere in moto la vita di un essere umano. Nella piazza della Liberta` di Trieste, ribattezzata "Piazza del Mondo", una donna, Lorena Fornasir, cura i piedi martoriati dei migranti della rotta balcanica, in arrivo dopo estenuanti cammini da Paesi come Afghanistan, Pakistan, Siria, Bangladesh. Insieme a lei e a suo marito Gian Andrea Franchi, gli attivisti della Associazione Linea d’Ombra e di altre realtà provenienti da ogni parte d’Italia, molte anche dalla Toscana, si mettono in gioco per rispondere alle esigenze primarie di queste persone, ma anche per immaginare, insieme, una società diversa, basata sulla cura dell’altro. Questa esperienza e` al centro del libro La rivoluzione della Cura di Massimo Orlandi, che sarà al centro del prossimo incontro della Fondazione Baracchi, in programma stasera alle 21, nella sede a Bibbiena, in via Bosco di Casina 12. Alla serata sarà presente, oltre all’autore, giornalista e scrittore, anche Alessandra Calosi, volontaria della Misericordia di Barberino-Tavarnelle, che ogni mese e` presente con una squadra di volontari nella Piazza del Mondo. Inoltre nel corso dell’incontro verrà effettuato un collegamento in diretta con la piazza: Lorena Fornasir e Gian Andrea Franchi racconteranno quel luogo e ci descriveranno, in tempo reale, quello che sta accadendo. La rivoluzione della Cura (Edizioni Romena), prefazione di Domenico Iannacone, percorre l’itinerario personale di Lorena e Gian Andrea a partire dall’inizio della loro attività con i migranti, nel 2015 a Pordenone, prosegue con le loro missioni in Bosnia, e poi si concentra sull’attività nella piazza di Trieste dove ogni sera, dal 2019, Linea d’Ombra e tante altre realtà della società civile italiana accolgono e curano i migranti. Il percorso del libro si snoda in un susseguirsi di storie e di incontri, mettendo al centro incroci speciali di umanità.
CronacaLa rivoluzione della Cura di Massimo Orlandi alla Fondazione Baracchi