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La sfida di Paffetti: "Non ho tradito". Il cavaliere si difende dalle accuse e nega contatti fuori Colcitrone

"Si è trattato del dissidio con una sola persona ma su questioni tecniche per me insormontabili". Replica secca al capitano di Porta Crucifera: "Onorerò il mio contratto fino all’ultimo giorno".

La sfida di Paffetti: "Non ho tradito". Il cavaliere si difende dalle accuse e nega contatti fuori Colcitrone

di Sonia Fardelli

AREZZO

Niccolò Paffetti dopo aver rinunciato alla casacca di giostratore titolare a Porta Crucifera, ha deciso di rompere il silenzio in cui si era chiuso per tutto questo tempo. "Penso che la riservatezza sia una virtù da perseguire - dice - soprattutto nelle cose importanti della vita, come per me è stata l’esperienza a Porta Crucifera, di cui porterò sempre un ricordo bellissimo, anche per il calore che ho ricevuto dal popolo rossoverde. Per riservatezza non ho voluto rendere note le motivazioni del mio recesso, ritenendo più onorevole allontanarmi in silenzio nel momento in cui non c’era più la serenità per continuare a dare il massimo. Peraltro, poiché le motivazioni risiedevano nelle divergenze con una sola persona, avrebbero potuto essere mal interpretate facendole scadere a mero personalismo invece che essere valutate nei contenuti. Dato che si trattava di questioni tecniche per me fondamentali e nei modi in cui determinate scelte mi si volevano imporre".

Ma perché allora proprio ora rompere il silenzio?

"Avrei preferito mantenere il silenzio - ammette Niccolò Paffetti - il mio affetto per Porta Crucifera è immutato e penso che le polemiche non facciano bene al Quartiere. Ma poiché adesso mi si offende accusandomi di "tradimento", il mio onore mi impone una risposta. "Chi tradisce, difficilmente viene perdonato", dice il capitano di Porta Crucifera. Di questa frase comprendo solo la gravità dell’accusa e la menzogna su cui è fondata. Tradisce chi viene meno a un impegno di fedeltà e lealtà. Io sono ancora a tutti gli effetti un giostratore di Porta Crucifera, lo sono nel cuore, ma lo sono anche contrattualmente e onorerò fino in fondo questo impegno. Non mi ha neanche sfiorato l’idea di aggirare il contratto, per approdare ad altri lidi".

Quali altri sassolini si vuole togliere dalla scarpa Niccolò Paffetti sulla vicenda che lo ha allontanato dalle scuderie rossoverdi?

"Sono state dette tante cose sul mio conto, alla quali non voglio replicare. Solo ad una voglio rispondere, perché svilisce la mia famiglia. Quella del capitano che ha detto "Paffetti l’avevo creato io sotto tutti i profili". Niccolò Paffetti l’hanno creato in primis i suoi genitori, mio padre, istruttore di equitazione e mia madre che mi hanno sostenuto e appoggiato in questa mia passione per l’equitazione fin dall’età di 3 anni. E non un personaggio qualsiasi".

Che altro su questa vicenda? "Niente, solo questo. Tanto dovevo, al popolo di Porta Crucifera, dal quale sto ricevendo ancora oggi vicinanza e affetto, a mio padre, a mia madre e a me stesso".