"La vera sfida si gioca in Europa"

La presidente della Coldiretti di Arezzo, Lidia Castellucci, esprime parziali disaccordi con i temi delle proteste dei manifestanti, ma concorda sulla lotta al cibo sintetico. Sottolinea l'importanza di regolamentare le importazioni agricole a livello europeo e di combattere le pratiche sleali. Apprezza il passo indietro di Von der Leyen sull'utilizzo dei fitofarmaci.

"La vera sfida si gioca  in Europa"

"La vera sfida si gioca in Europa"

"I temi per i quali i manifestanti stanno protestando in parte non ci trovano d’accordo" spiega Lidia Castellucci, presidente della Coldiretti di Arezzo. "Nel 2015 abbiamo già ottenuto la cancellazione di Imu e Irap, mentre sul fronte Irpef abbiamo avuto segnali, nell’ultimo periodo, di un lavoro che proprio in questo momento viene portato avanti per rivedere questo tema e comunque inciderebbe pochissimo sul bilancio aziendale - prosegue Castellucci - di certo ci trovano d’accordo sul fronte della lotta al cibo sintetico, tema sul quale la nostra associazione ha posto sempre la massima attenzione". Ecco allora che la presidente dell’associazione aretina indica un altro campo di battaglia dove portare i temi caldi legati al mondo agricolo, anche quello locale ovviamente. "Certe battaglie devono essere condotte a livello europeo con tutte le altre associazioni - prosegue Castellucci - le nostre aziende chiedono di poter regolamentare le importazioni, di far sottostare alle stesse regole delle produzioni italiane anche le altre, sul fronte della tassazione e delle linee guida". Un altro fronte caldo è quello riguardante le pratiche sleali. Le aziende chiedono di farsi valere e Coldiretti in un primo step ha già ottenuto risultati. Dobbiamo però unire le forze con tutte le altre associazioni per far sentire la nostra voce in Europa, perchè le problematiche non sono solo di un singolo paese. Intanto ben venga il passo indietro di Von der Leyen sul fronte dell’utilizzo dei fitofarmaci, altra problematica che portavamo avanti da tempo. L’Italia è uno dei paesi dove si usano in minor quantità e toglierli senza avere alternative avrebbe spinto verso la sperimentazione degli agrofarmaci".