TIZIANA
Cronaca

La violenza sulle donne e la libertà di amare. La guerra fu uno spartiacque per il riscatto

Ottant’anni fa la fine del Secondo conflitto mondiale con la condizione femminile in bilico tra stupri e accuse di facili costumi

La violenza sulle donne e la libertà di amare. La guerra fu uno spartiacque per il riscatto

Sopra, le staffette partigiane. Qui sopra, il voto del 2 giugno 1946

Nocentini

In occasione della giornata contro la violenza delle donne è doveroso ricordare quanto quest’ultime, nelle storia, siano state soggette a vessazioni, discriminazioni e violenze. Alla fine del secondo conflitto mondiale si cercò di tornare alla normalità in tempi brevi, ad Arezzo e provincia; questa situazione non è riscontrabile in molti altri territori italiani dove la permanenza delle truppe fu più lunga e dove le componenti partigiane erano quasi del tutto assenti ed ebbero un ruolo marginale per il ripristino della normalità.

La guerra e la collaborazione durante i mesi della liberazione portarono alla nascita di legami, fossero essi sentimentali, amorosi o semplicemente di frequentazione tra civili e militari che prima di allora non si era mai manifestata creando una linea affettiva forte che i drammatici eventi avevano rafforzato. La scelta di frequentare soldati, uomini non del luogo, rendeva le donne soggette a pesanti critiche che spesso finivano per farle considerare prostitute, appellativo riconducibile a comportamenti definiti socialmente non consoni al genere femminile. Nel secondo dopoguerra, infatti, si cercò anche di ostacolare le relazioni tra donne e soldati alleati. Quest’ultimi venivano dissuasi da stringere legami matrimoniali con donne italiane che a loro avviso non meritavano fiducia.

Questo tipo di dissuasione fu accentuata anche grazie a riveste americane che dipingevano la donna italiana come poco seria, poco affidabile e frivola mentre le donne americane venivano presentate seducenti e ammalianti, piene di grazia, eleganza e forti della loro emancipazione.

Da parte alleata non ci fu alcun tentativo di mettere divieti di socializzazione tra i soldati appartenenti alle truppe anglo-americane e i civili, divieto che fu invece applicato, successivamente da Germania e Giappone dove la socializzazione sarà ostacolata; questo è riconducibile al fatto che i rapporti fra i due paesi e gli Alleati non erano stati regolati da alcun trattato di pace. Dopo l’occupazione di Berlino la parola d’ordine era: non socializzate con la popolazione ed in particolare con le donne che erano viste come le maggiori sostenitrici del regime nazista.

In Italia la socializzazione non era vietata, in alcuni casi, fu certamente scoraggiata e questo fu molto risentito dalle popolazioni, che in certe città fecero “muro” ai soldati. A partire dall’inizio del 1944 iniziano a essere segnalati i numerosi abusi come violenze carnali e furti, che i perpetravano verso la popolazione civile. Successivamente gli appelli furono ripetuti visto l’aumentare di tali incresciosi episodi.

La violenza perpetrata nelle campagne era diversa da quella in città. Nei centri urbani la violenza sessuale veniva compiuta all’interno degli appartamenti e delle case delle vittime, in tarda serata e usati da soldati ubriachi mentre quelli consumati in campagna avvenivano di giorno e nei campi quando le donne lavoravano.

Le vittime delle violenze sessuali furono perlopiù donne ma, non pochi sono i casi di violenze verso bambini e uomini anziani. Non mancarono altri tipi di violenza come l’umiliazione pubblica, l’offesa e le percosse. Da sottolineare il fatto che donne che uscivano con militari stranieri, spesso, fossero accusate di prostituzione. Anche la tonsura è vista come una forma di violenza, violenza contro se stessi e contro le proprie donne, punizione sia fisica che simbolica, di cui si è molto occupata la letteratura francese. La colpa viene messa in mostra attraverso il taglio totale dei capelli. Con la tonsatura la donna veniva privata della sua femminilità e era un modo di mostrare a tutta la popolazione la loro colpa e quindi elemento di schernimento.

La pratica della tonsura in Italia si manifestò maggiormente nel centro nord, pena inflitta a coloro che avevano avuto atteggiamenti amorosi con fascisti con con tedeschi e che si erano rese responsabili di delazioni che appartenevano alla Repubblica Sociale Italiana.

Nell’Italia del sud furono i tedeschi a tonsare le donne che avevano relazioni con i soldati angloamericani, prostitute degli americani venivano chiamate anche le donne che avevano rapporti di lavoro con gli americani. La causa delle tonsure era riconducibile all’odio e al senso di frustrazione provato verso i militari stranieri.

Le vicende della guerra, l’occupazione tedesca e poi anglo americana, aveva messo in crisi la mascolinità dell’uomo italiano. Molte furono le donne italiane che si si sposarono con soldati stranieri. Dai dati emerge che nel 1947 ci furono più di diecimila domande di separazione. Oltre oceano questo dato allarmò molto donne americane che, terrorizzate dalla possibilità di non potersi sposare e non avere figli, appoggiate dalla stampa, diedero avvio a una campagna mediatica che presentava negativamente tutte coloro che avevano sposato o intendevano sposare soldati americani.

La guerra, l’elevato numero di vittime civili e militari, portò la politica, a doversi occupare anche degli stupri subiti da donne e uomini e dalla gestione del dramma quando i padri, i mariti, i figli che tornavano dal fronte ne venivano a conoscenza.

La drammatica realtà della persona violata piombava su di loro sconvolgendone per sempre la vita.