Arezzo, 1 dicembre 2018 - Piange Fredy Pacini, piange sfinito dalla tensione davanti al Pm Andrea Claudiani al quale dovrebbe per la prima volta raccontare in modo ufficiale (ma non lo farà) come ha sparato, uccidendolo, al ladro che stava tentando il trentanovesimo furto dentro la sua ditta di gommista a Monte San Savino. Un moldavo, sia detto per inciso, che si rivela tutt’altra persona rispetto al ragazzo inesperto, giunto da due mesi in Italia, che pareva dal passaporto trovatogli indosso. Invece era un ladro di professione, con una lunga lista di precedenti, latitante e inseguito da un ordine di carcerazione della procura di Milano. Ma questa è un’altra storia.
Fredy piange per la tensione ma anche perché nell’autopsia scappa fuori l’imprevisto. Il colpo mortale, quello che ha raggiunto il giovane dell’est (29 anni) all’arteria femorale, ha una traiettoria dal basso verso l’alto. Bisognerà vedere adesso se compatibile con lo scenario della legittima difesa verso il quale pareva orientata la procura. Ecco perché i suoi avvocati fanno rimanere il gommista in silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere. I motivi li spiegano i legali di Fredy in una dichiarazione fuori dal palazzo di giustizia, mentre il gommista diventato un paladino dei social e dei paesani si dilegua da una porta secondaria.
«Sono emerse criticità nella traiettoria del proiettile – spiega Giacomo Chiuchini affiancato dalla collega Alessandro Cheli –. A questo punto Fredy parlerà col pm solo all’esito dell’autopsia, fra sessanta giorni». QN è in grado di andare oltre, di svelare appunto che c’è quel percorso del colpo dal basso verso l’alto che per adesso consiglia il silenzio. Secondo i medici legali, ci sono tre scenari possibili. Il primo è che lo sparo abbia rimbalzato per terra ed è comunque favorevole al gommista, il secondo che abbia raggiunto il ladro nel momento in cui è scivolato finendo a gambe all’aria, ipotesi sempre dalla parte di Pacini, il terzo è che sia stato esploso mentre il moldavo stava cercando di riscavalcare la porta d’ingresso con la coscia verso l’alto.
Per Fredy lo scenario un po’ più critico. Comunque, dicono ancora gli avvocati, nei prossimi giorni, in accordo col Pm Claudiani, si farà un sopralluogo che dovrebbe portare un po’ di chiarezza. Ma il caso pare meno semplice di quanto apparisse a prima vista. I due colpi sono comunque frontali o fronto-laterali, non escludono affatto la legittima difesa, ribadita dagli avvocati.
Intanto, i carabinieri svelano il vero volto del ladro. Si chiamava Mircea Vitalie e non Vitalie Tonjoc, come risulta dal passaporto. L’ultimo è il nome della moglie e in Moldavia sembra sia legale prenderlo come proprio. Il vero guaio è che a Mircea Vitalie corrispondono una miriade di precedenti per furto nel Nord Italia, compreso l’ordine di carcerazione milanese, il profilo di un delinquente di mestiere. In serata a Monte San Savino la fiaccolata pro-Pacini organizzata nel centro del paese. Presenti mille persone, anche alcuni sindaci della zona, di centrodestra e centrosinistra.