Arezzo, 27 luglio 2021 - Gli aretini maglia nera della Usl sud-est, della Toscana e addirittura della penisola, comprese le regionli tradizionalmente più arretrate come la Sicilia e la Calabria? Ma nemmeno per idea. E dopo l’allarme lanciato ieri da La Nazione, l’azienda sanitaria risponde con i numeri, che a dire il vero sono molto più confortanti di quello che sembrava dal confronto con province della stessa Usl come Siena e Grosseto e il resto della penisola.
I vaccinati a ciclo completo, ad esempio, salgono a oltre la metà, intorno al 52 per cento e quelli che sono coperti almeno dalla prima dose al 71 e spiccioli. Quanto basta per dire che il traguardo dell’immunità di gregge pare decisamente più vicino. Sbagliava La Nazione allora, che peraltro si è basata su dati ufficiali forniti dal portale della Regione Toscana, o sbaglia adesso l’azienda guidata dal direttore generale Antonio D’Urso? Nessuno dei due, perchè si tratta di due elaborazioni diverse che inevitabilmente danno risultati diversi.
Conviene spiegarsi. Quel 40 per cento di cicli completi calcolato ieri era il frutto di una proporzione effettuata sulla popolazione residente totale, cioè per Arezzo 337 mila abitanti. Le cifre fornite adesso dalla Usl sud-est, invece, sono basate sulla popolazione vaccinale over 16, che è di 294.192 persone. A dire il vero, noi avevamo calcolato anche un 44 per cento di vaccinati sui 305 mila over 12, cioè tutti coloro che attualmente possono prenotarsi per la somministrazione dell’antidoto, anche se di fatto i ragazzi fra i 12 e i 14 anni saranno effettivamente sottoposti all’iniezione solo a partire da agosto.
Ecco dunque la distorsione che porta a numeri in alcuni casi anche molto distanti: se dal calcolo si escludono gli under 16, le percentuali salgono perchè si entra in fasce d’età già raggiunte dalla campagna di massa. Se invece si comprendono solo gli over 16 o il totale dei residenti si va a scendere: in questo caso entrano nei conti infatti anche la classe 12-16 anni non ancora raggiunta e tutti coloro che per un quasiasi motivo hanno rifiutato di sottoporsi al vaccino oppure non potevano farlo per motivi sanitari.
Ma, al di là delle spiegazioni che pure sono fondamentali, vediamo le cifre. Quel 52,1 per cento di vaccinati a ciclo completo sugli over 16 va a sua volta scomposto per zona. In testa c’è il distrettone Arezzo-Casentino-Valtiberina, dove pesano i grandi numeri del capoluogo che trascina la percentuale al 52,5, contro il 51,8 del Valdarno e il 50,9 della Valdichiana.
Ovunque, però, è stata superata la soglia di metà dei residenti, il che consente di prevedere che l’immunità totale fra gli over 16 sarà raggiunta prima dell’autunno. Resta la questione degli under 16, cioè in gran parte gli studenti e non sarà problema da poco quando riapriranno le scuole. Quanto alle prime dosi, nel distretto di Arezzo siamo al 18 per cento, a fronte del 20 per cento di Valdichiana e Valdarno.
Il numero più basso del primo è evidentemente il risultato del livello più alto di cicli completi. E la tanto mitizzata Siena? Quegli undici punti di distacco che esistono facendo i conti sulla popolazione residente vengono azzerati se il termine di paragone sono gli over 16. Tra i cugini del Palio, dunque, abbiamo il 54,5 di seconde dosi, con gli aretini praticamente a un passo.
Grosseto, la terza provincia, viene addirittura sorpassata: al 52 per cento nostro corrisponde, sempre sugli over 16, il 48 per cento di cicli completi dei maremmanni. I dati della Usl riescono a distinguere anche quelli che hanno detto no al vaccino: 9.765 aretini, che fanno salire la percentuale dei vaccinati fra quanti erano disposti a farlo al 73,6 per cento.
Numeri, quelli dell’azienda sanitaria, che hanno l’indubbio pregio della precisione. E che però non sono confrontabili col resto d’Italia, perchè tutte le classifiche elaborate, a cominciare da quelle di Gimbe, si basano sui residenti, non sugli over 16. Resta solo il paragone con la Toscana: 52 per cento qui, 51,2 nella media regionale. Finalmente siamo davanti.