Un caso ancora aperto. La scomparsa di Samuele Landi, resta un mistero. Che ora potrebbe essere chiarito dagli esami e dai riscontri sulla salma rientrata da Dubai e da due giorni a Careggi, istituto di Medicina legale. Saranno l’autopsia e una serie di test compreso quello del Dna a fare luce su identità e cause della morte. È il corpo dell’imprenditore scomparso otto mesi fa in un naufragio?
Interrogativo chiave che adesso potrebbe trovare una risposta definitiva. Le novità, trapelate in queste ore, riguardano il rientro in Italia della salma e l’avvio degli accertamenti. Risale al 13 febbraio la notizia della scomparsa durante una mareggiata che aveva travolto e spazzato via la chiatta su cui Landi, 59 anni, viveva per sperimentare un progetto avveniristico di abitazioni galleggianti, off-shore, ancorate in mare aperto. In quel disastro ci furono vittime, due furono accertate ma altri cadaveri restavano da identificare. Il timore, fin da subito, era stato che una delle vittime potesse essere proprio Landi. L’ultimo contatto con la famiglia risaliva al 2 febbraio, il giorno in cui di lui si sono perse le tracce: una videochiamata interrotta all’improvviso, probabilmente dall’onda anomala del naufragio, è l’ultimo collegamento diretto tra i familiari e Landi.
Da molti anni l’imprenditore aretino , si era trasferito negli Emirati: un buen retiro insieme alla famiglia, ma dove ha incontrato un tragico destino. Nei giorni successivi alla scomparsa, notizie frammentarie che filtravano da Dubai, ipotizzavano che i familiari dell’imprenditore avrebbero ricevuto dalle autorità locali una comunicazione informale, verbale - ma senza documenti -, riguardo alla corrispondenza delle impronte digitali di uno dei due cadaveri ritrovati in mare e non identificati, con le impronte digitali del manager. È quanto a suo tempo riferì l’avvocato che seguiva la famiglia.
Ed è su questo che l’autopsia sulla salma rimpatriata e da ieri a Firenze dovrà dare le risposte a tutti gli interrogativi che restano aperti. Landi, dopo il crac della sua azienda di telefonia, Eutelia, nel 2010 si trasferì definitivamente negli Emirati stabilendosi con la famiglia e dove per la giustizia italiana risultava latitante fino alla sua scomparsa. Ora, il rebus potrebbe essere vicino alla soluzione.
Lucia Bigozzi