La Pieve imbrigliata nella gabbia di metallo. La Pieve dei ricordi d’infanzia, delle corse giù da piazza Grande coi ragazzi di Colcitrone. A vederla così, quella sera, passando davanti alla chiesa, deve essere stato un colpo allo stomaco. Perchè da quella sera, Patrizio Bertelli ha deciso fare la sua parte per salvarla. Come ha già fatto coi "tesori" di piazza San Francesco, i Costanti e la Buca, e ancora con la Capannaccia e l’edicola di piazza San Jacopo. "Quella sera passeggiando con l’avvocato Gatteschi, si domandò cosa poteva fare per contribuire al restauro. da lì è partito tutto", svela don Alvaro Bardelli accanto al vescvo Andrea Migliavacca che dà l’annuncio finora tenuto top secret: "Patrizio Bertelli ha donato un milione di euro per i lavori necessari all’intervento sulla facciata della chiesa". La cifra, è già stata versata in banca e sarà determinante per avviare la "cura" della chiesa, forse già entro l’anno è l’auspicio. Un restauro complesso e sopratutto molto oneroso: circa tre milioni la stima delle risorse necessarie per blindare la facciata e le parti esterne della chiesa, oltre all’intervento per l’adeguamento sismico. C’è poi da ristrutturare il campanile e per questa operazione la Soprintendenza ha destinato un milione di euro, in parte poi dirottati sulla messa in sicurezza della facciata, subito dopo il crollo della colonnina, nel giugno di un anno fa. è stato quello il segnale di pericolo, il punto di non ritorno che ha fatto scattare la mobilitazione.
E che oggi con la donazione di Bertelli, decisa a titolo personale, "apre la strada" ad altri Mecenati e rappresenta un esempio di appartenenza a una comunità, alle radici del luogo dove si è nati. "Sono molto contento e ringrazio Bertelli per l’importante donazione offerta alla diocesi per intraprendere i necessari interventi di restauro della bellissima Pieve. È un contributo che incoraggia ad avviare al più presto gli interventi e incoraggia anche altri soggetti della città, per quanto loro possibile, a fare la propria parte per portare a compimento l’intervento complessivo di recupero di quest’opera così importante per la cittadinanza e la comunità ecclesiale".
Migliavacca ha parole di gratitudine anche per "l’avvocato Giovanni Gatteschi e al ministro Sangiuliano per il suo interessamento personale". Sarà proprio lui a verificare di persona le condizioni della chiesa, in una visita già annunciata. Il ruolo della Soprintendenza è uno dei passaggi chiave dell’intervento del vescovo che con il soprintendente Gabriele Nannetti e gli esperti avvierà un tavolo comune per mettere a punto le fasi del restauro. La road map: nei prossimi mesi la gara per l’affidamento dei lavori ed entro l’estate l’apertura del cantiere, sottolinea il sopritendente, impegnato anche nella richiesta di ulteriori finanziamenti al ministero. Se Bertelli ha aperto la strada, ora la macchina organizzativa ha già acceso i motori per la raccolta fondi che avverrà solo tramite il conto corrente acceso in una banca. "Nessuno è autorizzato a raccogliere soldi per la Pieve. Gli unici referenti ufficiali sono Romolo Bianchini e Alberto Papini", è il monito di don Alvaro che rievoca il legame tra Bertelli e la chiesa. "Lui è nato nella casa di piaggia San Bartolomeo, è stato battezzato in Pieve e la sua famiglia è stata molto vicina alla chiesa".
Il suo gesto "è una iniezione di fiducia al complesso e oneroso percorso di riqualificazione della Pieve. Facciamo appello alla generosità degli aretini perchè mossi dal buon esempio, facciano il possibile per raccogliere i fondi utili a iniziare al più presto i lavori".
E chissà se per la festa di San Donato sarà possibile ammirare la Pieve "libera" dai ponteggi e più bella di prima. Per ora si può fare solo osservandola sulle maglie dell’Arezzo calcio.