AREZZO
Hanno atteso la ripartenza dei lavori sul marciapiede, proprio davanti al cantiere. In mano avevano alcuni cartelli con messaggi quanto mai chiari per rappresentare la loro rabbia e la loro protesta per la ripresa della costruzione dell’antenna per la telefonia mobile. Ecco come i residenti di via Sicilia hanno vissuto un autentico venerdì di passione. Sul posto erano presenti anche polizia, vigili urbani, agenti della digos e carabinieri. Gli operai dal canto loro si sono messi al lavoro davanti al presidio pacifico dei cittadini che hanno visto quindi l’allestimento del pilone di 36 metri che andrà poi a sostenere i ripetitori e le antenne in un’area privata a poche decine di metri dalle loro abitazioni. La battaglia portata avanti da alcune settimane, con appelli rivolti al Comune, con la costituzione di un comitato e una raccolta firme che ha visto ben 1.800 sottoscrittori non è bastata. L’antenna di 36 metri alla fine si farà come spiegato anche dal Comune pochi giorni fa.
"Beffati e traditi dal Comune di Arezzo" recitava un cartello attaccato alla ringhiera di una abitazione davanti l’area interessata dai lavori. "Questo è il rispetto per i cittadini" recitava quello sorretto da una signora e inquadrato da telecamere e macchine fotografiche. La protesta è andati avanti per buona parte della mattinata, ma senza attimi di tensione. Come detto si è trattato di un presidio pacifico davanti alla ripresa dei lavori che il Comune di Arezzo - in una nota stampa inviata giovedì - si augurava potessero slittare di qualche giorno.
Ed invece ottenuto il via libera anche dall’Arpat l’azienda si è rimessa subito in marcia riuscendo entro l’ora di pranzo a concludere l’installazione dei cinque componenti che sono andati a formare il corpo dell’antenna per la telefonia mobile. "Siamo delusi – spiegano i residenti – Ritenevamo che 1.800 firme avessero fatto comprendere all’amministrazione comunale che il senso civico delle persone a volte dovrebbe prevalere e che quindi bisognava trovare una soluzione diversa da quella attuale. Ci erano state date rassicurazioni, pochi giorni fa ci hanno detto invece che avrebbero proceduto con i lavori. È una brutta giornata".
Matteo Marzotti