Trentaquattro opere raccontano alla Casa museo Ivan Bruschi di Arezzo il periodo tra la fine della Seconda guerra mondiale e l’inizio degli anni Sessanta, durante il quale l’Italia è un Paese impegnato nella ricostruzione anche della propria coscienza civile alla luce della nuova costituzione. Anche le arti, risvegliatesi, contribuiscono all’impresa, dando vita ad un groviglio di espressioni. Curata da Marco Bazzini, organizzata da Intesa Sanpaolo, dalla Fondazione Ivan Bruschi e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi e visitabile fino al 9 giugno, la mostra dal titolo, senza dubbio di matrice vasariana, "La libera maniera. Arte astratta e informale nelle collezioni Intesa Sanpaolo" presenta opere di protagonisti che hanno elaborato un nuovo linguaggio artistico capace di rispondere alla nuova società secondo il modo multiforme di ogni singolo artista.
Il percorso inizia con Alberto Magnelli e Bruno Cagli, lo spazialismo di Fontana e la grande esperienza di Burri. Interessante la sezione dedicata alle donne e al loro contributo alla ricerca di nuovi linguaggi, tra le quali Paola Levi Montalcini, Carla Accardi e Carol Rama.
Liletta Fornasari