L’arte di Gastone Torini. Sgarbi all’inaugurazione

Il Castello dei Conti Guidi a Poppi celebra l'arte di Gastone Torini con la mostra "Rosso abreazione emotiva dell’anima", inaugurata oggi con la presenza di Vittorio Sgarbi. L'esposizione, patrocinata dal Comune di Poppi, sarà visitabile fino al 31 maggio, omaggiando il pittore toscano nel suggestivo scenario del Castello.

L’arte di Gastone Torini. Sgarbi all’inaugurazione

L’arte di Gastone Torini. Sgarbi all’inaugurazione

Da oggi al 31 maggio il Castello dei Conti Guidi, a Poppi, celebra l’arte di Gastone Torini (1928-2007) con la mostra di pittura "Rosso abreazione emotiva dell’anima". Oggi alle 18, ci sarà l’inaugurazione alla presenza delle autorità e di Vittorio Sgarbi, autore della prefazione del catalogo pubblicato da Edizioni Helicon che accompagna l’esposizione. L’evento, patrocinato dal Comune di Poppi, sarà visitabile dal lunedì al giovedì con orario 10-19 e dal venerdì alla domenica con orario 10-20. Poppi omaggia un suo figlio illustre, Gastone Torini, e lo fa nel magnifico scenario del Castello dei Conti Guidi, uno dei simboli del Casentino.

Tutta la carriera del pittore toscano fu scandita da grandi incontri che contribuirono ad arricchire il suo bagaglio artistico e umano. Fin da giovanissimo venne introdotto nella bottega fiorentina di Ottone Rosai, dove conobbe figure come Carlo Carrà, Ardengo Soffici, Giovanni Papini e Lorenzo Viani. Nel 1948 entrò in contatto con Antonio Ligabue. Quel primo periodo influenzò la sua pittura degli anni Cinquanta, in cui l’artista affrontò principalmente il tema del paesaggio. Nel 1960 arrivò una prima svolta, grazie all’amicizia con il colto senatore ferrarese Mario Roffi, che convinse Torini a diventare artista a tempo pieno. Trasferitosi a Milano, il pittore studiò all’Accademia di Brera con Aldo Carpi e frequentò l’atelier di Pino Ponti, dove ebbe l’opportunità di conoscere Max Ernst, Salvatore Quasimodo e Lucio Fontana. Gli anni Sessanta furono connotati da forti crisi identitarie, indagini che virarono anche verso l’astratto e l’attenta osservazione delle avanguardie, alla costante ricerca di un linguaggio personale. A partire dagli anni Settanta il colore rosso si elevò a elemento distintivo del linguaggio dell’artista. Ancora oggi quella fase, come osserva Vittorio Sgarbi nella prefazione del catalogo che accompagna la mostra, "ci consente di riconoscere una personalità autentica e tormentata, tra Milano e il Casentino". Gli anni Ottanta, epoca di profonde riflessioni e inquietudini, portarono a una nuova maturazione stilistica di Torini, nel segno di una pittura fortemente espressionista acclamata da pubblico e critica. "La forza degli animali in una natura insidiosa che prende la sua luce da loro. I cieli rossi dopo una tempesta che accende i sensi e agita le belve. Tira un’aria infernale come potrebbe immaginarla un illustratore della Divina Commedia – scrive Vittorio Sgarbi a proposito di alcune opere esposte. – Cariche di cavalli e tori in branco, come una forza bruta, avanzano verso di noi, metafora di violenza e di guerra cui non è umanamente possibile resistere".