Le 244 vittime nel giorno della festa. L’orrore nazifacista e un prete eroe

Il 29 giugno 1944 il borgo celebrava la festa del patrono: don Alcide Lazzeri si offrì in cambio dei paesani. In poche ore persero la vita 244 persone indifese con i nazisti che colpirono a San Pancrazio e Cornia. .

Le 244 vittime nel giorno della festa. L’orrore nazifacista e un prete eroe

Le 244 vittime nel giorno della festa. L’orrore nazifacista e un prete eroe

Era un giovedì quel 29 giugno del 1944 quando una colonna di fumo denso e nero si sollevò da Civitella, ben visibile anche dall’altra parte della Valdichiana. Impossibile pensare in quegli istanti costa stava accadendo tra le mura antiche del borgo medievale, dove la furia nazifascista stava distruggendo intere famiglie, uccidendo civili indifesi. Una rappresaglia giustificata, secondo i militari, da quanto accaduto pochi giorni prima. Domenica 18 giugno quattro soldati tedeschi erano all’interno del dopolavoro, nei locali dove oggi è presente la sala della memoria e il circolo del paese. All’improvviso irruppero i partigiani di Renzino, Edoardo Succhielli. Una banda partigiana attiva nella zona che aveva nelle sue intenzioni quella di disarmare i militari. Un soldato reagì facendo nascere una sparatoria che uccise subito due militari tedeschi, ne ferì gravemente un terzo che morì il giorno dopo e ferendo a una gamba il quarto soldato che riuscì a scappare, una volta andati via i partigiani e i civili, portandosi sulle spalle il compagno gravemente ferito.

A Civitella calò il terrore. Gli abitanti fuggirono temendo la reazione del comando tedesco. Il parroco, don Alcide Lazzeri, ma anche altri civitellini spiegarono la loro estraneità su quanto accaduto. Gli abitanti tornarono in paese: i tedeschi lasciarono intendere che non ci sarebbero state ripercussioni. In quei giorni ci fu anche uno scontro a fuoco tra nazisti e partigiani che persero un loro uomo. Di fatto sembrava che la furia tedesca per l’accaduto al dopolavoro si fosse esaurita in questo scontro, sostengono alcuni storici. Gli abitanti ripresero così la vita di sempre fino al 29 giugno, la festa di San Pietro e Paolo, patroni di Civitella.

All’alba i nazisti, supportati da alcuni italiani - testimoni infatti ricordano di aver sentito parlare in italiano alcuni tra quelli che erano al fianco dei militari - irruppero nel paese. Non ci fu scampo per quanti si trovarono a Civitella, San Pancrazio e Cornia. Anche il parroco che stava celebrando la messa e che offrì la propria vita per salvare quella dei proprio parrocchiano venne ucciso senza pietà. In totale quel giorno persero la vita 244 civili indifesi e innocenti. Una delle stragi più efferate del secondo conflitto mondiale in Italia con alcuni lati oscuri, ancora oggi sotto la lente di storici impegnati nell’analisi delle carte delle truppe naziste e di quelle inglesi.

Matteo Marzotti