di Claudio Roselli
Un danno incalcolabile all’ambiente e alla sicurezza del territorio. I comitati Crinali Bene Comune e Appennino Sostenibile non mollano la presa sull’eolico in Alta Valmarecchia e Valtiberina, perché ora si attende il pronunciamento decisivo della conferenza dei servizi, dopo che la Soprintendenza di Siena, Arezzo e Grosseto ha già espresso parere negativo sull’impianto chiamato "Badia del Vento", per il quale il Comune di Badia Tedalda ha già stipulato la convenzione con l’azienda.
"Dal punto di vista geologico – scrivono i due comitati – non sono state eseguite le prove in sito prescritte dalla Regione Toscana adducendo la motivazione secondo cui le aree di intervento non sono sarebbero accessibili con mezzi meccanici, salvo auto fuori strada. Invece di eseguire le indagini essenziali a tutela del territorio prima di iniziare i lavori, si cerca di dare addirittura una spiegazione alla completa assenza di indagini geognostiche". A ulteriore dimostrazione della criticità delle condizioni idrogeologiche della zona, di fronte al Monte Loggio in cui insisterebbe l’impianto in località Poggio Ancisa di Casteldelci (Romagna), vengono ricordati la vasta frana del dicembre 2009 e l’ulteriore dissesto lo scorso 16 maggio, nei giorni dell’alluvione; ebbene, qui dovrebbero essere installate le pale alte quasi 200 metri.
"L’impatto sul territorio sarebbe inoltre devastante – sottolineano i due comitati – considerato il necessario stravolgimento della viabilità per raggiungere i crinali, costituita in buona parte da mulattiere, sentieri o strade vicinali, che dovrà essere adeguata alle esigenze dei mezzi eccezionali per permettere il trasporto dei componenti delle turbine; la sede stradale dovrà essere ampliata fino a una larghezza minima di cinque metri. Va inoltre tenuto conto delle previste significative alterazioni della componente forestale, con abbattimento del bosco".
Il calcolo delle aree boscate da abbattere per la posa del cavidotto sarebbe inoltre sottostimato perché non tiene conto degli spazi necessari ai mezzi di movimentazione. "L’impianto Badia del Vento – concludono – è previsto in prossimità di aree naturali protette e a ridosso di beni tutelati e non trova giustificazione alcuna, proprio a partire dalla volontà della ditta proponente di secretare i dati del potenziale eolico".