
Le Ruote di Staccioli
Arezzo, 17 luglio 2023 – “E’ una serata importante per la nostra città. Dopo 27 anni dall’autunno del 1996, quando i Cinque Tondi furono realizzati da Mauro Staccioli e installati lungo corso Italia, finalmente abbiamo inaugurato la loro collocazione permanente, nel luogo che lo stesso artista aveva indicato come sede definitiva, lungo la direttrice che dal corso conduce all’area industriale di San Giovanni Valdarno”. Lo ha detto sabato scorso il sindaco Valentina Vadi, nel corso del taglio del nastro. Le Ruote, così sono conosciute dai sangiovannesi, sono state posizionate nello spazio che funge da cerniera tra uno degli stabilimenti dell’ex-Italsider, la nuova zona industriale di Sant’Andrea e il nuovo accesso a nord della città. Rappresenta un intervento di riqualificazione dell’area, una “scultura a scala urbana” che si pone in un quadro di riconoscimento del valore civico dell’arte contemporanea nel sistema-comunità, che vuole intrecciare i luoghi e la loro memoria valorizzando i temi del lavoro e della città.
Un taglio del nastro particolarmente emozionante alla presenza anche della figlia dell'artista scomparso nel 2018, Giulia Staccioli. “Sono felicissima in questo momento e davvero tanto emozionata”, ha commentato. “E' stato un percorso lungo per vedere le sculture ricollocate. Questa sera i tondi sono bellissimi, è stato fatto un restauro stupendo. Le opere di mio padre devono vivere l'ambiente, fra le persone, devono poter dare l'opportunità di vedere lo spazio con occhi differenti. L'arte contemporanea nasce per porre dei quesiti, creare disagio, scatenare il dibattito. L'arte contemporanea non va necessariamente capita, deve impressionare e suscitare emozioni. E le opere di mio padre non lasciano certo indifferenti”. “Siamo soddisfatti di essere riusciti a recuperare, restaurare e inserire nel contesto urbano individuato da Mauro Staccioli i Cinque Tondi”, ha aggiunto Valentina Vadi. “Fin dal nostro insediamento, come Amministrazione comunale, abbiamo lavorato perché questa operazione, che dal 1996 non era stata possibile, potesse trovare compiuta realizzazione, ed oggi siamo orgogliosi di aver raggiunto questo obiettivo. Mauro Staccioli è stato un artista e uno scultore di profilo internazionale le cui installazioni si trovano in tante importanti città italiane e straniere da Roma, a Milano, a Perugia, a Prato fino a Seul, agli Stati Uniti, al Portogallo, alla Germania. Per noi è un onore e un privilegio poter avere questi Cinque Tondi esposti nella porta di accesso all’area industriale di San Giovanni Valdarno che ha visto, negli ultimi tre anni, uno sviluppo e una riqualificazione significativa, ed è senza dubbio un obiettivo che ci riempie di soddisfazione essere riusciti a restituire alla città le opere di un artista che al nostro territorio è stato legato in un passato non troppo lontano.
”Questa è una serata importante anche perché, per la seconda volta in questa stessa settimana, si riannodano i fili della memoria collettiva della nostra città: lo abbiamo fatto lunedì, intitolando l’area sportiva qua vicino al ricordo di personalità che hanno reso grande San Giovanni nello sport e nel calcio, e lo facciamo questa sera chiudendo un cerchio – per recuperare una delle forme geometriche più utilizzate da Staccioli – che dal 1996 ci conduce fino ad oggi e che ci consente di vedere collocato, finalmente, in forma permanente il gruppo scultoreo e di ricordare, a pochi anni dalla sua scomparsa, Cristiano Marini, che nel 1996 fu assessore alla cultura, che tanto amava e tanto ha fatto per la sua città, amico di tanti di noi, la cui prematura scomparsa ha lasciato, nella comunità sangiovannese, un vuoto difficile da colmare. Per questo è nelle nostre intenzioni di dedicare questo spazio urbano, quest’area a Cristiano perché anche questo sia un luogo affettivo ed identitario, in cui la cittadinanza possa riconoscere se stessa e le proprie radici. ”.
La parola è poi passata all'assessore alla cultura Fabio Franchi che ha raccontato l'arte di Staccioli, e il suo legame con la città, la connessione impressionante e fortissima con la comunità. “Le forme, i luoghi, il paesaggio, l’ambiente urbano e il rapporto - provocatoriamente di incontro-scontro - tra spazio urbano e vita sociale, tra “urbano” e “comunità”. Questi i nuclei fondanti intorno ai quali ruota l’opera-pensiero-riflessione di Staccioli. Non solo l’oggetto artistico, non solo il paesaggio, ma l’oggetto-arte e il paesaggio (l’ambiente, l’urbano), in connessione con il paesaggio umano, con l’antropico, con la vita sociale e comunitaria. Ecco perché il gruppo scultoreo di Staccioli è sommamente, eminentemente provocatorio . Provocatorio da una parte perché con la sua imponenza stupisce e suscita reazioni, ci porta a vederlo, a vederlo in un contesto già definito, ci porta ad una reazione. Ma è provocatorio anche – e soprattutto – nel senso etimologico del termine. Perché da una parte 'richiama altro, va oltre'. Il cemento che costituisce l’opera può essere visto come allusione alla città murata arnolfiana. La nuova collocazione, voluta da Staccioli, è in primis un'operazione di rigenerazione urbana ma è anche foriera di nuovi significati. Il gruppo scultoreo, infatti, campeggia di fianco a quella ferriera che dal 1872 ha segnato un nuovo sviluppo e un nuovo volto per San Giovanni e il Valdarno tutto, consentendo ad un piccolo centro di periferia, che viveva di artigianato e piccolo commercio, di diventare leader nella grande industria".