CASUCCI *
Cronaca

Legge regionale sul fine vita. Casucci: la gestione del dolore non è un passaggio burocratico

L’intervento del consigliere regionale della Lega che attacca l’approvazione del suicidio assistito "La norma scarica il peso della sofferenza sugli ultimi abbandonando chi meriterebbe sostegno".

La legge sul fine vita approvata qualche giorno fa dal consiglio regionale fa ancora discutere

La legge sul fine vita approvata qualche giorno fa dal consiglio regionale fa ancora discutere

Marco

A differenza di quanto dichiarato in questi giorni, in merito alla legge regionale relativa al suicidio medicalmente assistito, la convinzione che "la morte sia un fatto e non un diritto" viene qui usata per celare una realtà ben diversa: una legge che, invece di tutelare la vita, scarica il peso della sofferenza sugli ultimi, abbandonando chi, nel momento di massima fragilità, meriterebbe il nostro sostegno più autentico.

In Toscana, terra di vita e di speranza, non possiamo accettare una legge che, anziché rafforzare il diritto alla cura, si propone come un meccanismo per delegare la gestione del dolore a protocolli freddi e standardizzati. Il dolore e la sofferenza, infatti, non possono essere ridotti a una serie di passaggi burocratici, perché sono il segno di un fallimento collettivo nel garantire l’assistenza e il supporto necessari a chi si trova ad affrontarli.

Questa legge, lungi dall’essere un atto di civiltà, rischia di abbandonare le persone in uno dei momenti più delicati della loro esistenza, lasciandole sole nell’angoscia. Non si tratta di accompagnare chi ha preso una decisione irrevocabile verso una morte dignitosa, ma di scaricare il peso delle ultime speranze su un sistema sanitario che, già oggi, fatica a garantire adeguate cure palliative e supporto psicologico.

La situazione ad Arezzo è emblematicamente rappresentativa di questa carenza: malgrado tante parole di circostanza, un hospice con tutti i requisiti del caso rimane ad oggi solo una previsione sulla carta. Noi crediamo fermamente che la vera risposta alla sofferenza non sia quella di facilitare una via d’uscita definitiva, bensì di investire in misure concrete per valorizzare la vita: rafforzare le cure, potenziare l’assistenza domiciliare, migliorare il sostegno alle famiglie e promuovere una rete di solidarietà che faccia da sostegno reale alle persone più vulnerabili. La Toscana, con la sua storia e il suo spirito resiliente, deve essere la terra della vita, dove ogni individuo trovi la forza di continuare a lottare, grazie anche a un sistema di assistenza che non lascia nessuno solo nel momento del dolore.

È questo il percorso di umanità e responsabilità che rifiutiamo di abbandonare a chi si trova sull’orlo dell’angoscia: la vita, in ogni sua complessità, merita di essere protetta, valorizzata e sostenuta con cura e amore.

* consigliere regionale Lega