ALBERTO PIERINI
Cronaca

Legionella a raffica Si moltiplicano i casi L’aumento dei controlli e il nodo delle tubature

L’ultimo episodio ai danni di un’ospite di Rsa: non è in gravi condizioni. Preoccupa però il numero di episodi: siamo al quinto in pochi mesi. Silvana Pilia: "Forse un picco casuale ma attenzione alla manutenzione". .

Legionella a raffica Si moltiplicano i casi L’aumento dei controlli e il nodo delle tubature

di Alberto Pierini

L’ultima signora colpita ha 90 anni, vive nella Rsa di Terontola ed è ricoverata alla Fratta, l’ospedale di Cortona. Ma non è in gravi condizioni. Anzi, come conferma la Asl, dovrebbe essere vicina alle dimissioni. Un sollievo, certo, ma che non toglie quel pizzico di allarme che circonda la patologia: legionella. Anzi, legionellosi. Un’infezione polmonare provocata da un batterio. Che vive nell’acqua, nell’acqua viaggia ma che soprattutto diventa pericoloso in quegli spazi, come le docce, dove l’acqua calda nebulizza.

Cinque casi in pochi mesi, due vittime: una più giovane, di ritorno al sud da un intervento eseguito in una clinica aretina, e una più anziana e con gravi patologie. Ma non è questo a spostare i termini della vicenda, perché la legionella colpisce da sempre in malo modo i più fragili. E come dicevamo già con il Covid se stai male hai tutto il diritto di non ricevere l’ultima spinta del destino.

C’è da preoccuparsi? L’attenzione di sicuro è alta, in particolare alla Asl. Ma con giudizio. "Intanto si tratta di capire se si tratta di un picco vero o casuale: perché in sanità i trend vanno misurati su periodi più lunghi". A rispondere è Silvana Pilia, responsabile di igiene ospedaliera di tutta l’azienda. La diga, tanto per parlare semplici, tra l’altro alla legionella al San Donato e negli altri plessi.

"Lo sapremo nei prossimi mesi: anche perché ci sono forme di stagionalità nella legionella, con aumenti soprattutto in primavera e in autunno". Detto questo non ha certo intenzione di minimizzare l’eventuale pericolo. "Il fatto che si concentrino i casi nella zona di Arezzo va studiato e analizzato con cura". Anche perché se è vero che ad essere a rischio sono i più fragili ci sono strutture deputate ad ospitarli, dalle Rsa ai luoghi di cura e non solo.

"La legionella passa dall’acqua e in particolare dall’acqua calda che nebulizza, quindi nelle docce. E’ chiaro che la manutenzione è uno dei fattori di protezione".

Un esempio? Spesso certi rischi aumentano nelle seconde case., lì dove manchi a lungo, l’acqua non scorre e magari il "nemico" si annida nei tubi. Tubature alle quali Pilia invita a guardare, in particolare nei luoghi di comunità.

"Non tutte le condutture sono uguali: a volte ci sono materiali che favoriscono la concentrazione di biofilm". No, non è cinema. "E’ un substrato di materiale organico che facilita l’annidamento del batterio".

La prudenza passa dalla manutenzione e dall’uso disinfettanti ad hoc. "In generale è bene seguire le linee guida, molto capillari". Capillari soprattutto in ospedale, lì dove per ora casi non sono emersi. "I campionamenti sono trimestrali e focalizzati soprattutto sui reparti considerati più delicati, dalla rianimazione al day hospital oncologico". Non solo. "I livelli sono diversi secondo i reparti: e così le protezioni, fino a filtri assolutamente garantiti". Detto questo impossibile un impianto "legionella free". "Ma l’importante è rimanere sotto dei parametri: e nel caso intervenire subito".