L’estate calda in corsia. Anche Cgil, Cisl e Uil sostengono la battaglia dei lavoratori della sanità

Il mese scorso è scoppiata la protesta di NurSing, Nursing Up e Usb. Al centro della mobilitazione le condizioni lavorative del personale .

L’estate calda in corsia. Anche Cgil, Cisl e Uil sostengono la battaglia dei lavoratori della sanità

Il mese scorso è scoppiata la protesta di NurSing, Nursing Up e Usb. Al centro della mobilitazione le condizioni lavorative del personale .

Per i lavoratori del comparto sanitario è stata un’estate infuocata e non solo per le temperature elevate. Ad incendiare gli animi sono state le condizioni lavorative in cui una parte del personale è costretta tutt’ora a lavorare. Per questo motivo i tre sindacati NurSing, Nursing up e Usb hanno dichiarato lo stato di agitazione. Condizione questa che ha spinto anche a gesti eclatanti come l’affissione di striscioni negli ingressi di alcuni ospedali della provincia, tra questi anche al Misericordia. Questa situazione è delicata e monitorata anche dalle tre sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil. "Anche se il bilancio tra assunzioni e cessazioni risultante dalla somma dei dipendenti che hanno lasciato il servizio e quelli che sono entrati negli anni dal 2021 e 2024 per il momento è positivo con un saldo positivo, la Uil mette in evidenza due aspetti che rappresentano veri e propri campanelli di allarme. "Il primo – spiega Federico Capponi, Uil – lo si ha leggendo i dati forniti dall’azienda: il 2021 è stato l’anno di maggiore implementazione delle assunzioni in tutta l’area vasta sud est: il piano assunzioni del 2021 ha visto l’entrata di ben 978 nuove figure, 259 per la Dirigenza e 719 per il comparto. Il bilancio si chiudeva con un saldo positivo per nuovi assunti pari a 296 unità Tutto questo ha avuto una inversione di tendenza a partire dal 2022, tendenza confermata anche per il 2023 e nella previsione 2024. Nel 2023 le cessazioni sono state 561 e i nuovi assunti 506, con uno sbilancio di 55 unità. Nel 2024 si parla in termini di previsione, le cessazioni si dovrebbero attestare sulle 558 unità, mentre si parla di 502 assunzioni, confermando il trend negativo di 56 unità".

Per il 2025 e il 2026 la tendenza che sembra emergere è ancora quella di coprire parzialmente ed in maniera non sufficiente le cessazioni e questo comporterà un ulteriore decremento del personale dirigenziale e di comparto che farà diventare negativo il bilancio complessivo tra cessazioni e assunzioni. "Questa situazione è preoccupante – ribadisce Capponi – per i livelli occupazionali, per i servizi ai cittadini e per la tenuta del sistema pubblico che rischia, nel prossimo futuro, di collassare. Le responsabilità di tutto questo si scaricano sulle aziende che non possono certamente proseguire nell’inventarsi soluzioni o pensare di fare miracoli con un personale sempre più ridotto".

Per Roberto Carletti, segretario generale funzione pubblica Cgil è indispensabile intercettare il Governo e poi la Regione. "C’è un problema di sistema e ritengo che il soggetto e interlocutore con cui confrontarsi è il governo centrale. Il primo tema è il definanziamento del sistema. Anche se il governo dice che ha messo più risorse queste non coprono le spese a causa dell’inflazione. Nonostante i proclami non è stato modificato il tetto di spesa e quindi l’assunzione del personale è fermo ancora al 2004. A partire dall’autunno metteremo in atto una grande campagna di sensibilizzazione dove vogliamo chiedere più risorse del sistema. Dopodiché insieme al governo l’altro interlocutore è la Regione, qui c’è un problema di finanze". Simona Piccini segretaria funzione pubblica Cisl ha concluso: "Ci sono problemi a macchia di leopardo e c’è la necessità di capire le difficoltà. Noi siamo convinti che bisogna mettersi a un tavolo e capire se è possibile attuare un modello organizzativo diverso, la sanità territoriale possa essere la chiave per risolvere le problematiche. Per noi è un problema organizzativo".

Nicola Ciuffoletti