"Non è stato un fulmine a ciel sereno, in qualche modo ce lo aspettavamo". La notizia dell’avvio della procedura di licenziamento collettivo per 33 dipendenti a tempo indeterminato di Abb E-Mobility non è stata una doccia fredda. Un addetto dello stabilimento di San Giovanni Valdarno ha deciso di parlare con La Nazione per raccontare quale sia l’umore all’interno dell’azienda dopo aver appreso le ultime novità. Prima o poi sarebbe accaduto l’inevitabile. "Nel 2022 - spiega - l’anno in cui Abb E-Mobility ha inaugurato il nuovo stabilimento di San Giovanni abbandonando definitivamente Terranuova, sono state prodotte tantissime stazioni di ricarica a ritmi intensi. Dopo il primo anno, però, non abbiamo assistito ad una crescita costante oppure ad uno stabilizzarsi della produzione".
Da qui la necessità di tagliare. È probabile che la scure dei 33 esuberi si possa abbattere sugli indiretti, ossia il personale che opera negli uffici. Dopo il mancato rinnovo del contratto degli interinali nel 2023, che erano soprattutto operai, adesso pare si voglia riequilibrare le unità di forza lavoro sforbiciando altrove. "L’azienda - sottolinea il dipendente - crede molto sul mono-prodotto, ovvero le colonnine di ricarica per veicoli elettrici, quando potrebbe diversificare la propria offerta. Abbiamo le maestranze e le competenze per poter realizzare veramente di tutto. Visto che attualmente il settore dell’elettrico sta subendo una frenata per incertezze sia a livello nazionale che europeo, potrebbe essere il momento per ampliare il nostro portfolio".
L’azienda ha tempo 75 giorni per comunicare quali saranno le risorse in esubero, ma tutti vogliono evitare che si arrivi a quel punto. "Mi auguro che tutto si possa sistemare. Soprattuto per i tanti giovani che sono stati assunti negli ultimi anni. È un’azienda che dà lavoro a tutto il Valdarno e oltre, visto che tanti ingegneri vengono anche da fuori regione. Io ci voglio ancora credere".
Nelle ultime ore, sui licenziamenti considerati "scellerati e iniqui", è intervenuto anche il Pd: "Si tratta di un provvedimento rispetto al quale il nostro partito non può che esprimere la propria riprovazione e la propria viva preoccupazione perché impatta pesantemente sulla vita di decine di famiglie, mina le garanzie sul mantenimento occupazionale, mortifica la valorizzazione delle conoscenze e delle professionalità maturate dai lavoratori in questi anni". I dem sangiovannesi, insieme ad Avs, centristi e al gruppo di minoranza San Giovanni Civica, saranno presenti domattina di fronte ai cancelli dello stabilimento di via dell’Energia al presidio organizzato dai sindacati dalle 10 alle 12. In quella sede emergeranno altri dettagli sulla vertenza in corso. È bene specificare inoltre che Abb E-Mobility è una società controllata da Abb, multinazionale delle energie rinnovabili, che ha investito 30 milioni di dollari per realizzare nella città natale di Masaccio "un centro di eccellenza globale e sito produttivo per le infrastrutture di ricarica di veicoli elettrici".
L’impianto valdarnese produce l’intero portafoglio di sistemi di ricarica per veicoli elettrici in corrente continua (DC) di Abb, da quelli per uso domestico a quelli per l’installazione in aree pubbliche fino a quelli dedicati al trasporto pubblico urbano. Dopo lo sfoltimento di circa 150 unità avvenuto con il mancato rinnovo dei somministrati, i lavoratori stabili sono 371. Ciò che desta maggiore preoccupazione tra i dipendenti e i rappresentanti sindacali è il fatto di voler tagliare su coloro che hanno un contratto fisso. Si era registrato un calo degli ordinativi nei mesi passati, ma l’adozione di una misura così drastica ha creato sconcerto e preoccupazione.