
di Claudio Roselli
Un’eccellenza didattica in ambito nazionale, che permette ai ragazzi di partecipare persino ai progetti dell’Erasmus. E un connubio importante anche fra scuola ed economia, tornato tale con la ripresa delle lezioni in presenza. Alludiamo all’istituto medio superiore Fanfani-Camaiti di Pieve Santo Stefano e Caprese Michelangelo, che da oltre 60 anni prepara le guardie forestali di tutta Italia e non solo. Il suo indice di attrazione è risalito in questi ultimi tempi, come afferma la professoressa Laura Cascianini, dirigente scolastico.
"Abbiamo in totale quasi 400 iscritti, suddivisi fra i tre indirizzi, tecnico-agrario e forestale di Pieve e alberghiero di Caprese, dei quali più della metà sono anche convittori. Un buon 50% dei frequentanti proviene da fuori comprensorio, con la maggioranza (siamo nell’ordine del 60%) composta da studenti dell’Emilia Romagna, ma c’è anche chi abita anche più lontano: abbiamo per esempio un milanese e anche stranieri, vedi i giovani cinesi, ragazze in particolare, che hanno scelto l’alberghiero. A proposito di rappresentanza femminile, abbiamo ben 70 studentesse, molte delle quali frequentano il tecnico-agrario e il forestale, che evidentemente non ha più una prerogativa soltanto maschile. L’istituto è cresciuto in misura sensibile – sottolinea la dirigente – con numeri mai registrati finora: abbiamo recuperato il corso intero del tecnico-agrario, con una piccola flessione nell’alberghiero, che comunque mantiene numeri importanti. Stesso discorso per il convitto: in attesa dell’anno corrente, in quello passato abbiamo avuto 50 nuovi iscritti e abbiamo aperto una seconda struttura ricettiva in epoca Covid-19 a Caprese per la quarantina di ragazze dell’alberghiero". Con un altro inevitabile risvolto positivo: gli oltre 200 studenti provenienti da tutta Italia costituiscono infatti un indotto prezioso per l’economia locale anche a livello occupazionale, che viaggia di pari passo con la missione educativa e socializzante del Fanfani-Camaiti. "Emblematica, al proposito – parla ancora la professoressa Cascianini – è stata la lettera del genitore di uno studente, residente in Valdarno e arrivato al quinto e ultimo anno da convittore, che esprime la propria gratitudine all’istituto di Pieve per averlo ospitato. La soluzione del convitto era all’inizio un motivo di preoccupazione per il padre e per la madre e invece è stato il luogo nel quale il ragazzo si è formato. Il timore che lasciasse Pieve per gli affetti di casa, non solo quelli familiari, è stato ben presto fugato, grazie anche alla qualità didattica della scuola e all’amore che sa trasmettere per l’ambiente e per la natura.