Le nazionali di calcio di Italia e Israele il 14 ottobre si sfideranno nella Nations League sul campo di Udine. Una partita che, oggi più che mai, diventa motivo per parlare di pace. Per far questo, in terra friulana, è stata chiamata Rondine cittadella della pace: per collaborare nel preservare lo spirito agonistico positivo dello sport. "Apprezziamo e stimiamo la richiesta di incontro e di collaborazione lanciata dal sindaco di Udine, Felice De Toni, (che ha concesso il patrocinio alla partita): sono convinto che l’obiettivo sia comune, portare un messaggio concreto di pace, radicato nel coraggio quotidiano dei giovani provenienti dal Medio Oriente che nella World House della Cittadella della Pace cercano di spezzare la catena crescente dell’odio. Vogliono riconoscersi reciprocamente il diritto di esistere e di vivere un difficile dialogo quotidiano: e questo è il nostro terreno comune" scrive il presidente, Franco Vaccari. "L’intenzione è comune: fare in modo che lo sport, il calcio in questo caso, possa essere quello "spazio terzo", quella risorsa morale e culturale per cui è nato e continua a trovare una sua preziosa ragion d’essere, anche nei momenti più tragici della storia. Così possiamo dare un contributo con tutti voi per difendere la forza e la bellezza dello sport da rischi e tensioni che in questo momento potrebbero crearsi. Rondine non interviene perché è coinvolto uno Stato o un altro. Rondine semplicemente non può che essere la naturale alleata dello sport, il luogo dove si vive – e si gioca! – come avversari, mai come nemici. Rondine infatti è uno spazio "terzo", anzi di più: è un luogo e un’esperienza viva che ogni giorno è equamente coinvolta con le vittime delle guerre – i giovani – che sono ospitate e aiutate a ospitarsi, per uscire dall’avvelenamento causato dall’idea di "nemico"" continua il presidente. "Aderiamo innestando la nostra iniziativa: "Il vero nemico è la guerra" lanciata il 24 aprile a Firenze, attraverso la voce forte e autentica di quattro giovani: un israeliano, un palestinese, una ucraina e una russa.
È una proposta sul tappeto che invita tutti a riconoscersi in una comune umanità prima delle singole appartenenze, vedendo nelle differenze una risorsa per lo sviluppo umano integrale. Quindi, in uno spirito inclusivo, non vogliamo solo accettare il dialogo con le istituzioni territoriali e nazionali, ma anche rilanciare proponendo a tutti i soggetti coinvolti e interessati "l’ospitalità" a Rondine, a breve, per confrontarci e provare a costruire una collaborazione più ampia che possa portare a future azioni concrete che leghino indissolubilmente lo sport e la pace, a partire dal territorio di Udine e del Friuli-Venezia Giulia, anche oltre i confini nazionali. Inoltre, vista la nostra quotidiana esperienza nel dialogo interreligioso, invitiamo anche i rappresentanti delle comunità ebraiche, musulmane e cristiane, quest’ultima nella persona dell’arcivescovo monsignor Riccardo Lamba".