LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Lo sport in campo per la pace: "Avversari sì, ma nemici mai". Il messaggio parte da Rondine

Oggi, attorno a un tavolo, governo, Federcalcio, ebrei, musulmani, cattolici, istituzioni, imprenditori e sindacati. L’obiettivo: garantire spazi sicuri dove la diversità possa continuare a coesistere nel riconoscimento dell’altro.

Lo sport in campo per la pace: "Avversari sì, ma nemici mai". Il messaggio parte da Rondine

Rondine è la Cittadella della Pace in provincia di Arezzo dove oggi si svolgerà l’. incontro ‘Sport for Peace-Avversari sì, nemici mai’

Riaffermare il valore dello sport ancorandolo all’esperienza di Rondine e passare dalle parole ai fatti. è il dossier che oggi nel borgo alle porte di Arezzo mette attorno a un tavolo governo, Figc, ebrei, musulmani e cattolici, istituzioni, imprenditori e sindacati. "Avversari sì, nemici mai" è il fil rouge dell’incontro nato sulla scia della partita Italia-Israele (valida per la Nations League) ma che si carica di significati lungo il percorso tracciato dalla Cittadella. Come? Rilanciando la proposta che ha animato il "manifesto" di Firenze: mettersi in gioco per cambiare, invitare tutti a confrontarsi, qui nel borgo dove da ventisette anni i giovani in arrivo da Paesi in guerra imparano a riconoscersi non più come nemici ma come persone. È il "metodo" che si apre ai conflitti di tutti i giorni: in ufficio, in azienda, a scuola, sui campi di calcio. La lettera-appello di Franco Vaccari, presidente di Rondine, ha incassa tanti sì. E, nello stile pragmatico della Cittadella diventa l’incontro di oggi, "in uno spazio terzo, per mettere alla prova quei sì e tradurli in fatti concreti", dice Vaccari.

L’obiettivo sul quale ragioneranno il ministro dello Sport Andrea Abodi, esponenti della Federcalcio e della Regione Friuli Venezia Giulia, il sindaco di Udine Alberto Felice De Toni, l’arcivescovo di Udine Riccardo Lamba. Loro, sì, insieme ad altri rappresentanti del mondo del lavoro e dell’associazionismo: tra questi Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e Izzedin Elzir per l’Unione delle Comunità Islamiche in Italia. L’obiettivo comune è "garantire spazi sicuri dove la diversità possa continuare a coesistere nel riconoscimento dell’esistenza dell’altro, seppur nella divergenza di posizioni e visioni". Così l’incontro diventa occasione per "ribadire il valore dello sport e dell’educazione come strumenti di coesione sociale e motori di cambiamento e per progettare insieme azioni concrete per la costruzione di un mondo in cui la comprensione e la convivenza pacifica prevalgano su ogni forma di conflitto armato – rilancia Vaccari –. Ci confronteremo su un documento, ma al centro saranno una serie di proposte concrete che discuteremo insieme e annunceremo dopo l’incontro. I documenti sono necessari ma devono parlare i fatti".

Vaccari incalza: "Il nostro stile è semplice: poche parole, molto chiare, e azioni concrete a livello nazionale e locale - in questo caso per il Friuli Venezia Giulia - per diffondere una cultura universale, che vale nello sport come nei conflitti in ogni settore della vita, non solo nei teatri di guerra: l’agonismo deve essere sempre temperato dalla dimensione del gioco. Perchè in questa dimensione, dopo la competizione, ci si abbraccia e si va a mangiare una pizza. Tutti insieme".