
di Maria Rosa Di Termine
PONTICINO (Laterina-Pergine)
Siamo al paradosso: troppe persone in carrozza e dall’altoparlante arriva la comunicazione che impone a chi è in piedi di scendere alla prossima stazione, nello specifico Ponticino. E’ un ritorno all’antico, nonostante la pandemia, per i pendolari che dal Valdarno si spostano quotidianamente sui binari. E la normalità denunciata è quella dei treni da tutto esaurito e dei relativi disagi da sopportare. Con l’aggravante non secondaria del Covid.
L’ultimo episodio è avvenuto ieri mattina quando decine di passeggeri, ovvero quanti erano stipati su corridoi e pianterottoli del Regionale 18739 diretto ad Arezzo, hanno appreso che per loro era obbligatoria una sosta imprevista. Motivo? Il sovraffollamento e la necessità di limitare le presenze in ossequio alle norme anti contagio. Peccato che fino ad allora fosse stata data a chiunque la possibilità di salire a bordo.
"Il treno – racconta Paola Saviotti che ogni giorno utilizza il servizio per recarsi al lavoro nel capoluogo di provincia – era già pieno dalla stazione di San Giovanni anche per il ritardo di 25 minuti del Regionale veloce 4099 delle 7.10". Di conseguenza i lavoratori e molti studenti sono saliti sul successivo, quello arrivato puntuale allo scalo sangiovannese alle 7.17". Un locale vecchio stampo che percorre la linea lenta e osserva tutte le fermate, raccogliendo via via una mole considerevole di utenti. "Non è certo la prima volta che viaggiamo in condizioni disdicevoli – prosegue – ma stavolta è andata addirittura peggio, perché i vagoni sono pochi e alla fine eravamo quasi uno sopra l’altro, mentre dagli altoparlanti ci comunicano che la Regione Toscana ha adottato misure per contenere il Covid insieme a Trenitalia e che bisogna telefonare a un numero per capire come comportarsi".
Gran folla anche a Montevarchi e nelle stazioni successive con la gente che continua a salire fino a quando, arrivati in prossimità di Ponticino, ecco il nuovo annuncio del capotreno: "Ci è stato raccomandato di occupare ogni posto libero perché il treno deve essere pieno all’80 per cento, ovvero con tutti i passeggeri a sedere. Gli altri invece dovevano scendere per attendere la corsa successiva. Decisione legata all’applicazione doverosa – è stato detto – delle procedure di contenimento del coronavirus e l’invito chiaro è stato alla collaborazione anche per impedire che si accumulino ritardi".
Morale della favola gli ultimi a salire, decine di persone, soprattutto adolescenti, sono stati costretti ad abbandonare il posto faticosamente conquistato, sebbene scomodo, e per giunta a meno di un quarto d’ora dalla meta. Il disappunto è sfociato ben presto in una serie di commenti al vetriolo sui social e sulla pagina Facebook del Comitato Pendolari Valdarno Direttissima. "D’altronde è sempre la stessa storia, la criticità si ripresenta puntualmente alle riapertura delle scuole – riprende Paola Saviotti – ed è tanto più sconcertante perché l’emergenza sanitaria non è finita. Non si aggiungono vagoni ai convogli delle fasce orarie più frequentate, né altre corse, non si provvede neppure ai controlli sul sovraffollamento e s". Infine una notazione sul green pass: "A cosa serve se mi fanno viaggiare così? Mi chiedo perché non si estenda anche ai regionali?".