REDAZIONE AREZZO

"Logge del Grano ad Arezzo: Tanti e Chierici spiegano le loro ragioni"

L'amministrazione di Arezzo risponde all'accusa del Pd sull'accordo con l'Università per l'utilizzo gratuito dell'immobile delle Logge del Grano. La convenzione del 2015 è stata integrata nel 2016 con un aumento del canone di locazione. La scelta di non accettare le richieste della Rete è stata motivata da ragioni economiche.

"Logge del Grano ad Arezzo: Tanti e Chierici spiegano le loro ragioni"

AREZZO

"La storia dell’immobile delle Logge del Grano è molto discutibile: prima si raddoppia l’affitto, adesso si concede ad uso gratuito all’Università": così il Pd aveva reagito alla notizia dell’accordo per destinare gli spazi all’Università. Oggi arriva la risposta del vice sindaco Lucia Tanti (nella foto) e dell’assessore Simone Chierici. "Per rispetto degli operatori delle Logge del Grano ci siamo sempre astenuti dal raccontare tutta la storia di un fallimento annunciato e di cui solo il Pd ha responsabilità politica, ma visto che i democratici aretini hanno poca memoria allora si rendono necessarie alcune puntualizzazioni. Il bando per l’assegnazione delle Logge del Grano e con esso il progetto, fu definito nel 2015 poche settimane prima della sconfitta elettorale del centrosinistra che vide eletto sindaco Ghinelli. La convenzione del 2015 fu integrata nel 2016 con la previsione di una ulteriore porzione di fabbricato con relativo adeguamento del canone".

Pertanto, a fronte di 867 metri quadrati, il canone di locazione era stato pattuito in euro 15mila nella parte fissa oltre ad una parte variabile corrispondente al 3% del fatturato prodotto dalla Rete che, solo dal 2021, avrebbe previsto un minimo di 45mila euro. "La scadenza della convenzione era prevista al settembre 2024. Dopo le chiusure per il Covid, la Rete ha presentato un’idea progettuale per la ristrutturazione del mercato con la quale chiedeva all’amministrazione una serie di modifiche alla concessione in atto, così come costruita al tempo dal Pd. Richieste a cui decidemmo di dire no per molte ragioni, due in particolare: una realtà economica, per quanto meritoria, non può avere una concessione di un immobile pubblico a prezzo agevolato".