L’omaggio a Rondine: "Un rapporto speciale"

Il sovrano monegasco visita la Cittadella della Pace e incontra gli studenti. Vaccari: "Ricordo la visita di Grace Kelly, oggi c’è una grande collaborazione".

L’omaggio a Rondine: "Un rapporto speciale"

Il presidente di Rondine Franco Vaccari con la maglietta della pace griffata Sugar

Arriva intorno alle 10 il principe Alberto di Monaco. Lo aspettano a Rondine, il borgo in cui si studia la pace. Il legame tra il sovrano di Monte Carlo e la Cittadella è di lunga data: il Principato è una delle istituzioni internazionali più vicine al metodo Rondine, quello che insegna la strada per superare i conflitti quotidiani. Anche per oggi sono previste misure di sicurezza eccezionali per la visita privata del sovrano.

Alberto starà oltre un’ora in visita, accompagnato dal presidente di Rondine Franco Vaccari e da Georges Théodore Dougnon, ex studente di Rondine, vice presidente di Rondine International Peace Lab e dalle rispettive delegazioni.

Il principe monegasco dedicherà poi tre quarti d’ora agli studenti di Rondine e di alcuni licei italiani sul tema della Pace. Subito dopo ci sarà il saluto di Adeline, studentessa kosovara di Rondine, a nome dello studentato Internazionale e l’intervento introduttivo di Georges Théodore Dougnon, ex studente maliano. Interventi che precedono quello di Franco Vaccari che già ieri alla Verna ha voluto sottolineare il rapporto solido con Alberto di Monaco: "Con il Principato abbiamo un rapporto ormai da alcuni anni, loro fanno tante azioni di cooperazione e di sostegno per la pace e per l’ambiente".

Ha lasciato spazio anche a un ricordo personale legato alla madre del principe, Grace Kelly: "Io c’ero in quel 1968, ero un ragazzo ed ero molto emozionato nel vedere qui al Santuario la principessa – ha continuato Vaccari – non ricordo le sue parole, ma ricordo il suo infinito garbo. Ho quindi raccontato al principe, nei nostri incontri, di questa visita e del mio ricordo di sua madre in quella occasione".

Toccherà poi ad Alberto di Monaco parlare prima di un breve momento dedicato alla stampa intorno a mezzogiorno, l’occasione per fare il punto su un’esperienza di oltre 25 anni. Rondine insegna che siamo tutti portatori sani di nemico: un’idea perversa che, cominciando dalle relazioni, avvelena le società e porta all’indifferenza. Per questo c’è urgente bisogno di promuovere una cultura fondata sulla cura delle relazioni, che ripudi l’idea di nemico.