GAIA PAPI
Cronaca

L’ombra del clan dal carcere. Ordini dei capi oltre le sbarre. C’è un aretino tra gli arrestati

Il gruppo camorristico era organizzato in batterie su obiettivi diversi. L’uomo viveva in Valdarno. Dalla droga alle rapine e le estorsioni: sgominata l’intera rete. Maxi blitz della polizia in tutt’Italia.

L’ombra del clan dal carcere. Ordini dei capi oltre le sbarre. C’è un aretino tra gli arrestati

Reati di tipo mafioso, estorsione, rapine. Queste le accuse mosse nei confronti di una grossa organizzazione criminale sgominata nel napoletano. La maxi operazione, a seguito della quale ci sono 26 indagati, ha coinvolto anche l’Aretino. Uno di questi è stato infatti rintracciato in Valdarno dagli agenti della Squadra Mobile aretina, guidata dal dirigente Sergio Leo, in collaborazione con la Squadra Mobile di Napoli. Carabinieri e polizia hanno scoperto il sodalizio criminale. Comandavano dal carcere i vertici del gruppo camorristico Sasso-Parziale, articolazione del clan Moccia, operante ad Afragola, in provincia di Napoli, e con base logistica nel rione "Salicelle". Emerge dalle indagini dei Carabinieri e della Polizia (Squadra mobile) di Napoli. Dopo essere stati arrestati, infatti, sia Nicola Luongo, sia Giuseppe Sasso, entrambi ritenuti a capo del gruppo, avevano a disposizione un cellulare con il quale dalla cella impartivano le direttive a Vittorio Parziale.

Questo, è stato documentato dagli investigatori, è accaduto fino a fine ottobre 2020. Dal novembre del 2020 invece la direzione del clan è passata nelle mani di Giuseppe Sasso (che era rimasto detenuto fino a giugno dello stesso anno) il quale eseguiva gli ordini, sempre impartiti dal carcere, di Mariano e Aniello Barbato. I destinatari delle misure cautelari sono stati tutti arrestati a Napoli tranne uno che invece è stato rintracciato dalla Squadra Mobile ad Arezzo. Al momento uno degli indagati manca all’appello ed è ricercato. Recentemente altri imprenditori di quella zona del Napoletano hanno sporto denuncia riguardo a richieste estorsive subite tra febbraio e marzo 2023 e la polizia giudiziaria ha presentato una integrazione agli inquirenti della Dda di Napoli. Il gruppo camorristico era organizzato in batterie che avevano compito specifici (droga, rapine, estorsioni). Secondo gli inquirenti nel territorio ci sarebbero stati due sodalizi criminali finalizzati al traffico di stupefacenti, che avevano il monopolio nel rifornimento delle "piazze di spaccio" del rione "Salicelle" e nella cessione al dettaglio di droga nel comune di Afragola e dintorni. Presumibilmente gli indagati avevano nella loro disponibilità numerose armi da fuoco, anche da guerra, con le quali avrebbero portato a termine rapine a mano armata e ­richieste di estorsione.

Dalle indagini è emersa la continua trasformazione degli equilibri criminali nell’area di riferimento, evidenziando una contrapposizione tra varie fazioni del gruppo criminale – espressione territoriale del clan "Moccia" - talvolta alleate e talvolta in contrasto tra loro, anche in virtù dei frequenti cambi di reggenza all’interno dell’associazione dovuti ai numerosi arresti, e dunque all’esigenza di "comando" in capo ad alcuni dei consociati. Le attività illecite passate al setaccio riguardano il periodo tra ottobre 2018 e la fine di settembre 2022 e, complessivamente, sono 38 gli indagati.