
L’Opificio è senza piano industriale "A rischio il futuro di 40 famiglie"
di Maria Rosa Di Termine
"Da più di un anno chiediamo certezza, preoccupati per la tenuta aziendale, e la presentazione di un piano industriale, ma abbiamo ottenuto solo risposte generiche e non si è mai passati dalle promesse ai fatti". E’ il mantra ripetuto ieri mattina davanti ai cancelli dell’Opificio Tecnologico di Terranuova, specializzato nella progettazione, manutenzione e produzione di schede elettroniche e meccatroniche e di hardware personalizzati per la digitalizzazione, oltre che di inverter, per spiegare i motivi dello sciopero di due ore dei 40 dipendenti. Al loro fianco i rappresentanti di Fim Cisl e Fiom Cgil e il sindaco Sergio Chienni che segue la vicenda fin dal luglio 2022 nei vari incontri del tavolo tecnico regionale. "In quelle sedi – ha spiegato - avevo espresso perplessità sulle ipotesi di sviluppo industriale che ci erano state sottoposte dalla proprietà. Non sembravano fondate e purtroppo il tempo ci ha dato ragione". E ha aggiunto: "Sono qui a sostenere i lavoratori impegnati da sempre per l’azienda e ora senza uno stipendio e in una situazione di disagio". Definita "ingiustificabile" poi l’assenza dei vertici aziendali "quando, invece, è fondamentale metterci la faccia". A ricordare i passaggi della vertenza Gino Torrini della Fim: "L’impresa è stata rilevata a dicembre 2020 e le criticità, emerse subito, si sono acuite da un anno. I volumi di lavoro da produrre sono pochi, benché l’azienda abbia negato la crisi affermando che avrebbe trovato soluzioni, ma da maggio le cose sono peggiorate con la perdita di un cliente storico". Un quadro allarmante e Gianni Rialti della Fiom ha posto l’accento sulle fuoriuscite di maestranze con un indebolimento della componente produttiva che potrebbe compromettere la ripartenza.
"Ad accrescere la tensione - ha continuato - la notizia di lunedì scorso dello spostamento di un settore strategico con la conseguenza di generare minori introiti e i dubbi sul pagamento effettivo dell’ultima mensilità anche se Opificio ha promesso il saldo entro il mese. Gli addetti non possono usufruire degli ammortizzatori sociali, si stanno autogestendo e hanno smaltito ferie e permessi". In prospettiva si guarda all’incontro con i proprietari del 31 agosto quando saranno chieste una volta per tutte le garanzie per rilanciare il polo elettronico. "Un tempo qui c’erano più di 200 occupati – ha ricordato Antonio Fascetto, segretario provinciale Fiom - e oggi siamo di fronte a una realtà con problemi cronici, strutturali, in termini di liquidità e di volumi di lavoro".