REDAZIONE AREZZO

L’orrore di Hiroshima Domani c’è il ricordo con la pianta scampata alla bomba atomica

Al Crea, Consiglio per la ricerca in agricoltura e in economia agraria, si ricorda la tragedia di 78 anni fa con un arbusto nato dai semi di un albero che è sopravvisuto all’azione statunitense in Giappone.

L’orrore di Hiroshima Domani c’è il ricordo con la pianta scampata alla bomba atomica

Li chiamano gli alberi della pace. A noi piace immaginarli un miracolo della natura capaci di sconfiggere la morte, capaci di sopravvivere alla bomba atomica. Sono diventati il simbolo davanti ai quali ricordare i bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki degli Stati Uniti contro il Giappone nel 1945. A Hiroshima un fuoco sempre acceso ricorda quello che fu un vero e proprio olocausto, fiamma che si spegnerà solo quando anche l’ultimo ordigno atomico verrà debellato dal pianeta. In attesa di quel giorno, la natura ha già dato la sua risposta facendo germogliare una pianta a soli settecento metri dal luogo dell’esplosione, sopravvissuta alle radiazioni, una “Aphananthe aspera”. Un evento incredibile anche per gli scienziati che quella pianta l’hanno fatta crescere e i cui semi vengono disseminati nel mondo come semi di pace e di vita. Solo centri specializzati capaci di dare precise garanzie li possono ospitare.

Una settimana una di queste piantine è arrivata ad Arezzo, al Crea, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’economia agraria che in viale Santa Margherita 80 ha il Centro ricerca foreste e legno. E proprio in questa sede domenica mattina alle 11 si terrà una cerimonia per non dimenticare l’olocausto di Hiroshima e Nagasaki, di fronte a una piantina figlia di una di quelle sopravvissute all’esplosione su Hiroshima.

Un evento in collaborazione con la Green Legacy Hiroshima, la fondazione nata nel luglio 2011, con il sostegno dell’Ufficio di Hiroshima dell’Istituto delle Nazioni Unite per la formazione e la ricerca, riconosciuta come organizzazione di volontariato dalla Federazione Nazionale delle associazioni dell’Unesco. Fondazione che ha deciso di condividere con diversi partner in tutto il mondo il patrimonio delle piante di Hiroshima. Ai partner infatti vengono spediti i semi che ricordano la tragicità delle guerre ma che rinnovano la speranza per il futuro.

L’ Aphananthe aspera è nata dai semi di Hibaku jumoku, letteralmente “alberi bombardati dall’atomica”, sopravvissuti a un calore che, a due chilometri dall’epicentro, è pari a quaranta volte quello del sole. Molti di questi alberi germogliano anche vicinissimi a noi, come nell’Orto botanico dell’Università di Perugia. Semi vitali come a dimostrare la forza della vita contro la capacità distruttiva dell’uomo.

A salvarsi nell’agosto del 1945 furono le piante sotto terra, protette dal loro stesso tronco, che nei mesi successi cominciarono a germogliare. L’albero hibaku jumoku più vicino all’epicentro dello scoppio di Hiroshima è stato un salice piangente, oggi ancora in vita.

Tra i sopravvissuti anche un oleandro, diventato il fiore ufficiale di Hiroshima. La pianta madre dell’albero di Aphananthe aspera conservato al Crea di Arezzo, vegeta ancora oggi a 1.360 m dall’ipocentro dell’esplosione di Hiroshima. Questa piccola pianta della pace, nata dai 170 alberi sopravvissuti all’atomica ora è nelle mani dei ricercatori del Crea di Arezzo, punto di riferimento per le foreste italiane e per la ricerca, da cento anni impegnato alla salvaguardia dei boschi, unico strumento capace di difenderci dal rischio idrogeologico e dai cambiamenti climatici, di salvaguardare la biodiversità e il paesaggio e di garantirci acqua e aria pura. Una fiamma di speranza nell’attesa che si spenga quella di Hiroshima.

S.B.