REDAZIONE AREZZO

Lotteria avara: boom biglietti venduti (+6,1%), solo una mini vincita

Arezzo in controtendenza rispetto alla Toscana e all'Italia, forte aumento di tagliandi piazzati. Ma appena un biglietto di consolazione a San Giovanni Valdarno

Lotteria Italia (Newpress)

Arezzo, 7 gennaio 2018 - La gratitudine non è di questo mondo: e anche la Lotteria Italia non fa eccezione. Lei, nostra regina della fortuna, il "bancomat" dal quale gli italiani da una vita sperano di poter cambiare vita. E che dà meno, molto meno di quello che prende.

Soprattutto ad Arezzo. Perché qui, in un anno complicato per le vendite dei tagliandi, abbiamo fatto incetta di tagliandi. Dati impressionanti: 94.480 biglietti staccatio contro gli 89 mila di un anno fa, un balzo in avanti del 6,1%. In Toscana la vendita è calata, in alcune città (come Prato, Pisa e Pistoia) a ritmi da grande ritirata.

Qui continuiamo a crederci, il sogno degli anni '70 e '80 è ancora vivo. E il ritmo delle vendite riflette gli analoghi successi nei giochi di ogni ordine e grado, dai gratta e vinci dei quali fanno incetta soprattutto le casalinghe alle lotterie istantanee più diverse, dai videopoker alle scommesse.

Il vecchio biglietto della lotteria mantiene tutto sommato un volto più ruspante. Ma terribilmente ingrato. Davanti alle vendite non zero "tituli", come avrebbe detto Mourinho, ma appena un premietto di consolazione.

Ad uscire sul fronte dei vincitori da ventimila euro c'è la serie D 044116  venduta a San Giovanni Valdarno, chissdà se anche in questo caso all'autogrill sull'autostrada.

Un trattamento sbrigativo, ma negli ultimni vent'anni ci era andata anche peggio: per cinque edizioni, l'ultima nel 2013, non avevamo vinto proprio nulla. Gli altri anni non è che abbiamo fatto scopa, mai dal 1999 siamo finiti ad esempio tra i super premi milionari. Però abbiamo tutto sommato, tra premi corposi e premi di consolazione, guadagnato in tutto una somma complessiva di 670 mila euro, quasi un miliardo e 300 milioni del vecchio conio.

Ma la stragrande maggioranza di quei soldi è passata dagli autogrill, in testa quello di Badia al Pino: e quindi è finita in tasche molto lontane da quelle aretine. Ma questa è già un'altra storia.