SOFIA ZUPPA
Cronaca

"Lui sniffava, gli altri ridevano". E i telefonini spianati per filmare

Il racconto di chi si è trovato davanti allo sballo. "C’erano anche alcuni bambini, lo guardavano senza capire"

"Lui sniffava, gli altri ridevano". E i telefonini spianati per filmare

La scena dell’uomo, un turista tedesco, seduto sui gradini del teatro Signorelli mentre sniffa Le sequenze dell’operazione condotta davanti alle persone che si trovavano nella piazza è stata filmata dai telefonini

Faccia a faccia con lo sballo. Cammini, passeggi con gli amici, ammiri Cortona e di colpo ecco un "viaggio" partire sotto i tuoi occhi. E quell’uomo riverso nel tentativo di tirare coca dal naso ti cambia la giornata. Sì, anche chi scrive era sotto la luna piena di Cortona, frastornata da qualcosa che non avresti voluto vedere.

È da poco trascorsa la mezzanotte. Piazza Signorelli è ancora gremita di turisti francesi, spagnoli, ma anche di cortonesi che non vogliono rinunciare al fresco della sera. Ed eccolo quell’uomo sulla quarantina: inizia ad aggirarsi tra i tavolini dei bar della piazza. Alto, magro, praticamente calvo, con gli occhiali da vista inforcati sul naso ancora non impegnato a soffiare droga, chiede spiccioli ai clienti dei locali. Alterato, ma non violento, poggia sui tavoli un bicchiere cercando di racimolare qualche soldo "per la band", dice. Infatti, è appena terminato il concerto che allieta le serate estive in piazza. Fa la spola più volte da loro, intenti a smontare gli strumenti. Sulla spalla una borsa a tracolla. Nell’altra mano un drink e la sigaretta.

Curiosità. Questa è la prima sensazione che provoca la vista dell’uomo. Le persone ai tavoli, intente a conversare, cercano di evitarlo, negano di possedere tutto, perfino gli spiccioli. Ma lo seguono con lo sguardo. Ne ascoltano l’accento strano, un po’ inglese, un po’ tedesco, notano la bocca impastata e il suo fare alterato suscita ilarità, ma allo stesso tempo pietà. C’è chi ride sguaiatamente e quasi si prende gioco di lui. Di fronte al diniego lui si allontana apparentemente tranquillo e cambia tavolo: "I’m on holiday", afferma ad un cliente, "dormo qua vicino", spiega sempre in inglese, ma tutto suggerisce sia tedesco. Poi, dice di chiamarsi "Paolo". Altro dettaglio che suscita ilarità, chissà perché. I proprietari e i camerieri dei bar lavorano come se non ci fosse.

"Finchè è innocuo": è il pensiero di tutti. Poi, qualcosa cambia. Dai tavolini alla band, dalla band ai tavolini, dai tavolini alle scale del Teatro Signorelli. Si siede, poggia il suo zaino, a creare quasi uno scudo. Si guarda intorno, per accertarsi di non essere visto. Stende la droga, si abbassa e la tira. Una, due, tre volte. L’attenzione della piazza è tutta per lui, lo zaino un pallido scudo. I più giovani si voltano, iniziano a ridere, increduli: "Una cosa così, in pieno centro, non si era mai vista", dicono. Altre risate, sempre meno chiare, sempre meno comprensibili. Uno tira fuori il cellulare e inizia a filmare. E sullo sfondo risuona lo stupore dai tavolini.

Nel giro di poco un coro, ma lui è imperturbabile, prosegue il suo "viaggio", raccatta anche i rimasugli e se li porta alla bocca. Intorno anche dei bambini. Confusi, il loro sguardo rimbalza dai volti di chi ride all’uomo sulle scale. Forse senza capire cosa stia realmente accadendo. Le risate lasciano il posto alla rabbia, specie di chi lì ci lavora: "Non se ne può più di assistere a scene come questa", sbotta la barista. E le viene un’idea: "Girami il video così che tutti possano vedere", chiede al "regista" col cellulare. Ma il film è finito. L’uomo punta nuovamente i tavolini dei bar, come se niente fosse. Continua a parlare con i presenti, a chiedere monete, a fare la spola tra la band e i turisti. Imperterrito, fino alla chiusura del locale che, una volta abbassata la serranda, lo allontana. Poi lui si allontana.

Esce dal cono d’ombra di chi lo ha seguito e che resta lì, a interrogarsi, come chi scrive, se una risata o un video fossero poi la reazione più giusta.