Arezzo, 14 febbraio 2021 - Più della botta di movida poté il freddo pungente. Il vento gelido che per tutto il sabato ha sferzato la città allontana l’invasione del fine settimana e poco conta che questo sia stato l’ultimo giorno disponibile prima del ritorno in zona arancione. Eppure in coda a una giornata tranquilla ecco il patatrac: all’incrocio tra Corso Italia e via Garibaldi si scatena una rissa quando ormai, intorno alle 20, sembra tutto finito: volano pugni e calci, si levano urla, qualcuno rimane contuso.
La città risuona dell’eco delle sirene: auto della polizia, della municipale. Insomma, una quasi riedizione del parapiglia di un paio di settimane fa anche se i contorni dell’accaduto erano rimasti imprecisati ancora in tarda serata. Riavvolgendo il nastro a qualche ora prima, l’aspetto di Arezzo non era comparabile a quello di sette giorni prima.
Sono quasi le 18 quando il cronista imbocca Corso Italia che dall’incrocio con via Roma produce il solito effetto schiacciamento. La gente sembra tanta, in realtà non è poca ma nemmeno troppa. Si cammina agevolmente, a piccoli ed estemporanei affollamenti si alternano larghi vuoti. E ai tavolini fuori dai locali non c’è quasi nessuno, al contrario di quanto invece succede sotto i Portici davanti al bar Pascucci.
Ma è comprensibile: al coperto dei Portici, o sotto i tendoni di San Francesco, ci sono i funghi caloriferi che riscaldano le membra irrigidite dal vento del Nord; ma se sei allo scoperto, seduto in un giorno come ieri ci resisti davvero poco. San Francesco, appunto. Pure qui altro scenario in confronto a sabato scorso. La piazza è presa d’infilata dalle folate gelide che arrivano dal corridoio di via Cavour.
E le gradinate sono spoglie al contrario dei tavolini dei locali, affollatissimi. Lì, davvero, non trovi un posto nemmeno a pagarlo oro, soprattutto se il momentaneo «proprietario» ha avuto la fortuna di sistemarsi accanto ai potenti funghi del riscaldamento. Intabarrati e infreddoliti presidiano la posizione quattro agenti municipali, «ma oggi la situazione è del tutto sotto controllo».
Sono usciti in anticipo rispetto al solito: «Abbiamo fatto opera di prevenzione, sottolineando intanto la nostra presenza, siamo qui e sarà bene che ognuno mantenga il giusto comportamento». Deterrenza preventiva ma da toni soft: «Siamo entrati nei locali subito dopo le 15 augurando buon lavoro ai gestori e raccomandando la massima vigilanza. Anche questo può servire per far proseguire la giornata con il piede giusto».
E così era andata prima dell’impazzimento finale. Altri quattro agenti municipali sono al pezzo in Piazza Sant’Agostino, tradizionale luogo della movida cittadina. La piazza è però tranquilla e disabitata a una prima occhiata, qualche tavolo occupato all’esterno dei locali, ma situazione che non destra patemi.
Stessa cosa in Piazza della Badia mentre, per la prima volta da un mese a questa parte, non sono stati segnalati assembramenti alle scale mobili così com’era avvenuto in passato, anche con ragazzi saliti sul tetto.
Non ha avuto dunque ragione chi pensava che nonostante il gelo sarebbe stato un altro sabato di passione all’insegna degli alcolici. Meglio così. E il prossimo appuntamento chissa quando: fra due settimane? fra un mese? Boh, va chiesto al Covid.