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Cronaca

L’urlo degli imprenditori: "Pronti a difenderci da soli"

La presidente della Consulta Giordini lancia un appello alle isituzioni e va in tv "Ronde? Una provocazione ma servono più controlli". Rischio delocalizzazione.

L’urlo degli imprenditori: "Pronti a difenderci da soli"

Giordana Giordini presidente Consulta orafa

di Gaia Papi

AREZZO

"Non c’è rimasto altro che fare le ronde o delocalizzare le nostre aziende". Sarebbe una sconfitta, ma gli orafi sono stufi. "Preoccupati, ma anche molto arrabbiati" spiega Giordana Giordini, presidente della Consulta orafa che raggruppa le associazioni di categoria. Ieri dopo una mattinata di super lavoro e di ascolto degli imprenditori ormai esasperati, è stata ospite in tv a Rete 4 dove si è parlato della difficile situazione che sta vivendo il primo distretto orafo d’Europa. "Ne parliamo perchè cerchiamo di sensibilizzare il governo, il ministero dell’interno affinché inviino più uomini. Prefetto, questura, mondo politico ci ascoltano. Oggi (ndr ieri) sono arrivati 20 agenti a rinforzo della sicurezza, ma le bande non mollano. Chiediamo quindi che lo Stato ci aiuti perché ciò che abbiamo in questo momento non è in grado di fermare l’escalation di furti. Non vogliamo che Arezzo diventi luogo di ’shopping’ per i ladri" continua Giordini.

"È necessaria una collaborazione fra gli enti locali e poi un intervento anche della polizia municipale che deve essere mobilitata" sottolinea dallo studio televisivo l’onorevole Moretti del Pd. "Non è più vita per noi. L’occhio è sempre sul telefonino, non ci possiamo permettere di andare un sabato sera in un ristorante in cui non c’è segnale. E la notte, ci addormentiamo con il pensiero fisso che questa volta possa toccare a noi" continua Giordini. L’impegno da parte degli orafi è massimo, in alcune aree le aziende si sono organizzate con una vigilanza private che pagano di tasca propria, e questo oltre alle spese per impianti di sorveglianza sempre più sofisticati. "Dopo tutto quello che facciamo, adesso ci sentiamo presi in giro".

I colpi si susseguono, siamo a quota due al mese. "Ci sono almeno due bande che stanno imperversando sul territorio, una molto strutturata, quella entrata in azione la scorsa notte, e altre più blande. La situazione è sfuggita di mano. Sappiamo bene che Arezzo è una provincia vasta, ma anche stanotte (ndr ieri) se ci fosse stato un presidio importante nel territorio probabilmente la banda non avrebbe avuto tutto il tempo di rubare un escavatore, portarlo all’azienda, rubare camion, intraversarli".

Più pattugliamento delle zone in cui insistono le aziende orafe è quanto chiedono gli orafi. "Dobbiamo metterci intorno a un tavolino e decidere un piano di pattugliamento, altrimenti lo facciamo da soli. Quando parlo di ronde vuole essere una provocazione per un intervento veloce; ma se la situazione non cambia, un imprenditore con che stato d’animo va a letto?". Ieri è stato presentato il rapporto "Arezzo 2030" della Camera di Commercio. "E’ emerso che le aziende orafe contribuiscono molto alla ricchezza del territorio, il distretto orafo aretino rappresenta il 50% dell’intero export al livello nazionale, subito dopo Firenze in Toscana. Paghiamo tante tasse, ma se non siamo tutelati in modo importante, l’imprenditore è costretto ad organizzarsi da solo, e non sarebbe sufficiente. Ultima soluzione: portare altrove le nostre aziende?".