LUCIA BIGOZZI
Cronaca

"Ma io l’emergenza l’ho scelta". Lorenzo, passione nata a 16 anni: "Bello passare da un caso all’altro"

Parmeggiani va in controtendenza: dagli inizi come volontario alla laurea specialistica al lavoro sul campo "Orario massacrante? Impegnativo ma dopo sei ore hai tempo libero". Il fascino di salvare delle vite .

"Ma io l’emergenza l’ho scelta". Lorenzo, passione nata a 16 anni: "Bello passare da un caso all’altro"

Lorenzo Parmeggiani specializzando in medicina d’urgenza al lavoro al Pronto soccorso dell’ospedale San Donato

Il feeling è scattato sull’ambulanza. Aveva 16 anni e correva a salvare vite. Oggi è un medico dell’emergenza urgenza, di quelli in formazione ma già in dirittura di arrivo. Specializzando al traguardo di una professione pensata e scelta da adolescente, quando indossava la divisa del volontario. Oggi Lorenzo Parmeggiani lavora al pronto soccorso del San Donato, ha la divisa di chi in pochi minuti deve gestire i casi più gravi ma pure i cosiddetti codici minori, quelli che non dovrebbero stare qui e rappresentano oltre la metà degli accessi nell’hub dell’emergenza-urgenza, allungando i tempi di attesa.

Lorenzo ha scelto di crescere (professionalmente) nella grande famiglia dei Pronto soccorso, anche se oggi rischia di essere una "mosca bianca" nell’esercito dei colleghi, perchè molti giovani scelgono di formarsi su altre discipline: dermatologia, chirurgia estetica, cardiologia, le più gettonate. "Ho scelto la medicina di urgenza perchè cercavo una realtà lavorativa dinamica, con la possibilità di vedere tanti pazienti e misurarmi anche sul piano umano. Qui il lavoro giornaliero abbraccia diverse casistiche. Non mi interessava fare l’ultraspecialista, bensì abbracciare un ventaglio ampio di casistiche per essere all’altezza di gestire i pazienti sia nella loro fase più acuta, sia nelle condizioni meno gravi". E "sfata" lo schema di turni massacranti, portando la sua esperienza sul campo: "Facciamo turni di sei ore, certo impegnativi con l’adrenalina a mille, ma hai sempre la mattina o il pomeriggio libero. Il turno di notte è uno a settimana, quindi è un lavoro che ti consente, in prospettiva di mettere su famiglia. E sul piano economico abbiamo una retribuzione che sfiora i tremila euro al mese, non c’è da lamentarsi".

La fuga degli specializzandi dalle scuole di formazione e a cascata nei Pronto soccorsi, Lorenzo la spiega così: "Il problema non è l’emergenza urgenza, cioè la disciplina specialistica: ci sono dei pregiudizi già alla scuola di medicina sulla figura del medico dell’urgenza, e spesso gli specializzando non sanno cosa fare. Il problema è anche il rapporto con il sistema sanitario nazionale: ho amici medici di base che mi raccontano le loro difficoltà quotidiane. E di, contro, il Pronto soccorso spesso diventa il punto di riferimento per pazienti che non ne hanno bisogno, amplificando il fenomeno degli accessi impropri che si ripercuote anche sul nostro lavoro quotidiano".

Lui non si arrende e presto terminerà la specializzazione per poi conquistare la stabilizzazione. "Ho scelto la medicina di urgenza perchè ti dà la possibilità di sentirti utile, di aiutare una persona in difficoltà e provare a riportarla in una condizione di normalità".

Bussano alla porta, c’è un codice rosso in arrivo: Lorenzo "indossa" il suo sorriso e continua a correre per salvare vite.