
di Alberto Pierini
Non pensate di farvi spruzzare di acqua santa dalla balaustra, come da generazioni siete abituati a fare. E neanche di comprare la Mela di Pippo dai chiccai, esclusi dalla piazza. Ma per il resto, o quasi, la Madonna del Conforto non si ferma. Infila il primo 15 febbraio dei tempi della pandemia, ma non fa una grinza, forse perché nata tra le scosse di terremoto. E apre comunque le porte della Cattedrale ai fedeli. Anzi la porta. In un’edizione blindata l’unico accesso sarà dalla porta di mezzogiorno, davanti alla Provincia, quella dei funerali. Davanti si snoderà una coda di quelle che resteranno nella storia della rievocazione. In fila indiana i fedeli dovranno aspettare il loro turno.
Una fila da imboccare solo e soltanto dal Prato: se anche salirete da via Cesalpino è da lì che potrete imboccare il percorso. Un sistema meticoloso, studiato insieme al Prefetto e al comitato per la sicurezza, e che ieri il Vescovo Riccardo Fontana ha presentato nei dettagli. "Resta una festa della fede per la quale spero che dalla Novena in poi gli aretini si affaccino in Cattedrale. Ma facciamolo con la testa, dimostriamo cosa sanno fare gli aretini".
Dal primo giorno della pandemia è la linea del Vescovo: rispettare le regole ma tutelare le tradizioni e la vita cristiana. "Non voglio sentir parlare di assembramenti per la Madonna: ma di pellegrinaggio, come ogni anno". Ma non è un anno come gli altri.
E’ uno di quegli anni nei quali la selva di fiori nella cappella farà meno notizia dei check-point. Intorno alla Cattedrale ce ne saranno almeno cinque, presidiati dalle forze dell’ordine. Ponete di tracciare un grande cerchio: nei punti strategici troverete chi presidia e controlla. Dalle scale mobili all’innesto di via Cesalpino, da viale Buozzi a Piaggia del Murello. Sarà una sorta di prefiltraggio, per evitare salga troppa gente contemporaneamente. Lì dove la fila sarà "governata" da un contapersone. A 300 la fila si blocca.
Ammessi di volta in volta 250 alla Messa e 50 in cappella. Due gruppi che non si potranno incrociare come in passato. Un esempio? Alla fine della Messa chi volesse fare un passaggio davanti all’immagine che incanta da secoli la città lo dovrà fare passando dalla porta della sacrestia: i cancelli della cappella in quel momento saranno chiusi ma si dovrà sfilare velocemente. Chi invece volesse solo uscire lo farà dalla porta posteriore che sfocia al Prato.
"Chiedo solo agli aretini che evitino di salire dalle 10 a mezzogiorno": il momento di maggiore richiamo. In un pontificale presieduto dal segretario di stato Pietro Parolin e che avrà tra i concelebranti il Cardinale Gualtiero Bassetti. "Mi aveva chiesto una preghiera davanti alla Madonna del Conforto nei giorni della malattia, promettendo di venire per ringraziarla: manterrà quell’impegno" spiega Fontana. Uscita dalla cappella dal fonte battesimale e dalla porta della misericordia, quella di fianco al portone centrale.
Niente acqua santa, "proibita" da inizio pandemia. Ci saranno invece i punti con i confessori. E i cori che, malgrado le polemiche sterili che hanno a volte scosso le parrocchie sull’origine dei contagi, sono consentiti da mesi. E dal Papa è arrivata l’indulgenza plenaria estesa a tutta la novena. Come dire: salire in preghiera il 6 o salirci il 15 è lo stesso, almeno sul piano della fede. Novena semplificata, sempre a "numero chiuso", che rinuncia ai bambini di apertura e senza tante prenotazioni verifica le partenze dei pullman dalle vallate. Comunque e sempre sarà garantito il rientro a casa entro le 22, l’ora del coprifuoco.
La Messa finale, il rito presieduto da don Alvaro alle23, è anticipato alle 20. Tsd manderà tutto in diretta, per venire incontro a chi resterà a casa. I riti misureranno la fede degli aretini, il termoscanner la febbre. I sacerdoti non avranno il grande pranzo offerto dal Vescovo, sarebbe dura ridurre la tavola a due commensali. Ma sarà festa comunque. Rimandando all’anno prossimo il muro di folla. E lo spuntino con le mele di pippo.