LUCIA BIGOZZI
Cronaca

"Madonna del Conforto, il tesoro più bello"

Il cardinale Gualtiero Bassetti propone la sua personale mappa dei sette luoghi da visitare e determinanti per scoprire l’essenza di Arezzo

di Lucia Bigozzi

"La mia gioia è aver rivisto la chiesa come era prima della pandemia, rigurgitante di persone e festosa". Il cardinale Gualtiero Bassetti ha ancora negli occhi le immagini della "sua" Arezzo che abbraccia il nuovo vescovo Andrea. Nel cuore, tiene ben custoditi i ricordi di una missione pastorale durata dieci anni che ha lasciato tra i fedeli una traccia viva e riconduce la sua essenza a uno dei sette luoghi che l’arcivescovo emerito di Perugia e Città della Pieve, già presidente della Cei, raccomanda nella sua personalissima mappa della città. La prima tappa è in cattedrale "perchè possiamo dire che la Madonna del Conforto è il cuore pulsante di Arezzo. A me è successo di incontrare più volted persone non credenti ma, alla fine, mi mostravano il santino con l’effigie. Ognuno con la Madonna del Conforto ha il suo rapporto, così come un figlio con la madre. La Madonna del Conforto non si discute". Camminando tra i palazzi antichi che scolpiscono forme irregolari nei vicoli del centro storico, si raggiunge piazza San Francesco: irrinunciabile una sosta alla basilica "per gli affreschi di Piero della Francesca" argomenta Bassetti che rivela un particolare inedito degli anni da vescovo di Arezzo. "Me li ha illustrati spesso un padre francescano che ora non c’è più. Lui offriva un’opera bellissima: la catechesi attraverso l’arte perchè proprio attraverso gli affreschi di Piero, è descritta tutta la storia della salvezza. Lì, veramente, sono riuscito a percepire e a fare le catechesi più intense".

Il cardinale Bassetti allarga lo sguardo e il cammino a due luoghi fuori dalla città.

"Le Celle di Cortona, dove ho vissuto una fraternità francescana autentica perchè quel convento sulla roccia, quell’eremo visitato da San Francesco, si presta a questa esperienza". Da Cortona alla Verna, altro tornante fondamentale della missione del santo di Assisi.

"Rappresenta il calvario di San Francesco. Io, terziario francescano, nella diocesi di Arezzo ho avuto la possibilità di reimmergermi pienamente nell’intimo della vita di San Francesco, perchè ho sempre detto: se Assisi è il luogo della nascita e della morte, la Verna è il luogo del suo calvario. Come per Gesù tra la sua nascita e la sua morte c’è stato il calvario, la croce, così la Verna è il calvario di Francesco e questo è custodito nella diocesi aretina". C’è un altro inedito che il cardinale racconta tornando alla sua nomina a vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, nel 1998. "Ero vescovo di Massa Marittima e quando fui destinato ad Arezzo l’allora Prefetto della congregazione dei vescovi, mi disse: ’Ricordati che il Papa ti ha dato una diocesi di valenza mondiale perchè tu non avrai solo Arezzo che è città importante, ma avrai La Verna, Camaldoli e Cortona che, per certi aspetti, sono uiniche al mondo’. Aveva ragione, altro che sette luoghi... qui ci sarebbe da parlare una giornata intera", sorride. Poi orienta il cammino di nuovo in città per una visita alla Pieve "con San Donato e il polittico del Lorenzetti" e da qui raggiungere San Domenico "con il Cristo di Cimabue".

Il cardinale rievoca la giornata vissuta con il presidente della Repubblica Ciampi e la moglie che "accompagnai nella chiesa davanti al Cristo: fu un bellissimo momento corale di partecipazione del popolo, perchè quel Crocifisso è il segno del passaggio nell’arte dal Cristo trionfante che troviamo a Sansepolcro, altro luogo da non perdere e il Cristo sofferente, come ce lo presenta Isaia".