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Magistratura di Giostra, atto terzo. Il consiglio sceglie le toghe rosse. Ecco i nomi dei dodici papabili

Dopo due rinvii a dicembre e gennaio dovrebbe essere la volta buona per l’organo giudicante. Il pm Dioni è l’unico nome certo: in tre rimarranno senza toga. L’opposizione chiede un albo.

Non siamo ancora ai quattordici tentativi che sono stati necessari ai parlamentari di Camera e Senato per scegliere i quattro membri che mancavano da diversi mesi alla Corte costituzionale. Ma, nel suo piccolo, anche la magistratura della Giostra del Saracino sta diventando un caso politico. Già perché sono passati più di due mesi da quando i nomi usciti dalla conferenza dei capigruppo sono in ballo per indossare la toga rossa in piazza Grande. L’accordo sembrava raggiunto ma la pratica, tra le ultime del consiglio comunale del 19 dicembre scorso, fu ritirata a inizio seduta dal consigliere delegato alla Giostra Paolo Bertini.

Ufficialmente per le frizioni con l’opposizione che chiede a gran voce la predisposizione di un albo di aspiranti magistrati da cui pescare di triennio in triennio. Richiesta finora respinta dalla giunta che parla anche di strumentalizzazione del Saracino. Alla base di quel rinvio pre-natalizio, però, ci sono anche attriti interni alla maggioranza che hanno poi portato all’inserimento di tre nuovi nomi rispetto ai primi nove sui quali sembrava esserci convergenza. Ma neppure al secondo tentativo, il 30 gennaio scorso, la pratica della magistratura è arrivata in porto. Merito della pratica sullo stadio Comunale, anticipata per volontà del sindaco e che ha impegnato, più o meno inutilmente, per oltre due ore il consiglio che poi ha votato compatto a favore dell’interesse pubblico del progetto presentato dal presidente amaranto Guglielmo Manzo. Nel pomeriggio, come spesso succede, non si è raggiunto il numero legale per il secondo rinvio di fila.

Oggi si dovrebbe andare alla conta senza un accordo fatto tra maggioranza e opposizione: l’unico punto sul quale pare esserci convergenza è il ritorno a nove componenti dopo l’allargamento a dieci degli ultimi sei anni. La pratica è all’inizio e quindi dovrebbe essere il giorno giusto, anche perché due quartieri (Sant’Andrea e Santo Spirito) hanno già votato e c’è bisogno della magistratura per omologare il risultato delle urne e consentire ai nuovi consigli direttivi di insediarsi. Un (improbabile) ulteriore rinvio potrebbe portare con sé anche conseguenze clamorose all’interno della maggioranza.

I nove nomi già emersi a dicembre erano quelli del pubblico ministero Marco Dioni indicato come primo magistrato, poi gli avvocati Leone Provenzal, Giuseppe Caroti, Marcello Lazzeri, Osvaldo Fratini e Filippo Alberti. Tra i papabili della magistratura ci sono anche il medico Marco De Prizio, responsabile della chirurgia generale, la psicologa Elisa Marcheselli e il presidente della Ginnastica Petrarca Simone Rossi, manager assicurativo di Unipol Sai. Nell’ultimo consiglio si erano aggiunti altri tre nomi: quelli degli avvocati Luca Berbeglia e Antonio Fabbri e della commercialista Lara Vannini.

Da questi dodici nomi (con Dioni blindato come primo magistrato) usciranno le nove toghe rosse del triennio 2025-2027. Salvo ulteriori slittamenti.

Federico D’Ascoli