GIORGIO PULZELLI
Cronaca

Mamma e figlia in coma dopo il parto, il padre chiede aiuto per le cure

Il disperato appello: da oltre 5 mesi entrambe sono ricoverate in una struttura. Ma ora occorre un centro specializzato e il costo è molto alto

Marito e moglie il giorno del matrimonio

Arezzo, 28 dicembre 2020 - Erano felici e sereni Gabriele Succi e Cristina Rosi, sposati nel settembre del 2013; un lavoro, lei alla Tecnomet di Viciomaggio, un sorriso per tutti, tanta gentilezza e poi, cinque mesi fa, la nascita della bellissima Caterina e l’inizio del dramma per Cristina che è caduta, dopo un danno neurologico, in coma.

Cristina e la stessa piccola sono sospese in quel limbo che pone ancora tante domande, forse troppe per quanto se ne parli spesso con molta disinvoltura. E, così, Gabriele, marito e padre disperato, sabato pomeriggio, per Santo Stefano, ha potuto far partire l’appello attraverso la piattaforma americana «GoFundMe» che consente alle persone di raccogliere fondi per eventi motivati della vita, a partire dalle malattie e delle conseguenze difficili che queste comportano.

L’appello di Gabriele è sostenuto e coordinato da tre membri ovvero Sara Locci, Emiliano Bianchi e Lavinia Trojanis. «Il dolore – dice Gabriele – è una lama tagliente che sta lasciando cicatrici ma vivo con la fede che queste possano un giorno rimarginarsi. Purtroppo, però, per sperare che ciò accada, occorre la solidarietà della gente. Da solo, pur sostenuto dalla famiglia, non è possibile che un raggio di sole possa far capolino.

Insomma, Gabriele monetizza la speranza e afferma che occorrono, prima possibile, almeno 150mila euro per sostenere Cristina e la piccola Caterina nelle cure mediche. Cristina ha dato alla luce, prematuramente e con parto cesareo, la piccola Caterina in seguito a un prolungato arresto cardiaco che ha portato gravissime conseguenze per mamma e bambina.

Il marito Gabriele, grazie all’aiuto di familiari e amici più cari ha cercato di garantire le cure necessarie. Cristina si trova presso un centro di riabilitazione neurologico, occorre poterla trasferire in un centro privato per assicurarle le migliori cure per riabilitarla sia neurologicamente che a livello motorio.

I soldi raccolti serviranno a garantire la permanenza in una struttura privata specializzata, l’unica strada da percorrere per un recupero significativo dato che le attuali terapie praticate, da oltre cinque mesi, non stanno dando risultati. I fondi sono una necessità urgente per poter trasferire Cristina il prima possibile.

«Servono gocce – afferma Gabriele – ma tante gocce fanno il mare». C’è stato subito l’appello, anche del primo cittadino Margherita Scarpellini attraverso Facebook: «Cristina Rosi – dice il sindaco – è una nostra concittadina e se tutta la comunità farà anche una piccola donazione e aiuterà il marito Gabriele, l’obbiettivo potrà essere raggiunto in poco tempo»