di Gaia Papi
AREZZO
"Siamo stufi. Ora ci devono mandare l’esercito". E’ una Giordana Giordini arrabbiata e delusa a parlare dopo l’ennesimo colpo ad una ditta orafa del nostro comparto, il 21esimo dall’inizio dell’anno. "Il 15 novembre segna la scadenza per il pagamento delle tasse, l’istinto sarebbe di organizzarsi per non pagarle" continua la presidente degli orafi Confindustria Toscana sud della Consulta. "Ricordo che quando a giugno rapinarono la villa di Roberto Baggio immediatamente vennero inviati i corpi speciali, e i ladri vennero arrestati. Ci fu una grandissima mobilitazione, una caccia all’uomo, che dette i suoi frutti. So che la scorsa sera, quella del furto, in Valdichiana c’era un gran quantità di forze dell’ordine a sorvegliare la zona, già bersagliata recentemente da diversi colpi alle aziende di preziosi. Nonostante questo la banda ha rubato mezzi alla ditta vicina a quella orafa, li ha posizionati sulla strada per rallentare l’arrivo delle forze dell’ordine, per poi colpire l’azienda in una manciata di minuti" spiega. "Una banda ben organizzata, probabilmente diversa da quella entrata in azione le scorse settimana a Tegoleto. Da qualche giorno in zona si parlava di macchine sospette, ma nemmeno questo è servito per sventare l’ennesimo colpo al cuore del nostro distretto, già martoriato da instabilità del prezzo dell’oro e dalla difficile situazione geopolitica mondiale" continua Giordini. E quindi "Siamo arrabbiati, delusi, rassegnati, preoccupati. Il nostro comparto dà da mangiare a mezza Toscana. I dati recenti parlano chiarissimo: è nostro il 50% dell’export di gioielli italiani, e oltre un terzo dell’export in Toscana. Dall’alto ci deve arrivare un aiuto importante, che sia anche l’esercito. La situazione non è più accettabile" continua la presidente. "Dico dall’alto, perché le forze locali stanno facendo il 110% con gli strumenti che hanno, e che, evidentemente, non sono sufficienti" spiega. "Io a breve dovrò andare ad un fiera, ho paura a lasciare l’azienda. Questo non è concepibile. Non è giusto non poter star tranquilli, vivere con l’ansia che quel maledetto allarme possa scattare da un momento all’altro. Come non lo è l’idea di doversi far giustizia da soli".