LUCA AMODIO
Cronaca

Manzini apre il Natale a Cortona: "Il mio Rocco come Brancaleone"

Stasera al centro convegni Sant’Agostino lo scrittore si racconta in un faccia a faccia coi lettori "Schiavone piace perchè è una maschera del nostro tempo". L’appello per sostenere i giovani .

Manzini apre il Natale a Cortona: "Il mio Rocco come Brancaleone"

"Il Natale per Rocco? Un ostacolo da superare magari dormendo dal 23 al 27 dicembre". Sarà proprio il "babbo" del vicequestore in clark e loden, Antonio Manzini, a inaugurare stasera, con un’anteprima targata a "Spasso con lo scrittore" il cartellone degli eventi natalizi di Cortona in una serata già sold out al centro convegni Sant’Agostino, in cui l’autore presenterà i suoi ultimi libri.

Manzini, nel suo ultimo libro Schiavone ha lasciato un pò di amaro in bocca ai fans.

"Non so da cosa dipenda l’amaro che rimane in bocca al lettore. Dal finale? Dalla nouvelle intera? È un libro sull’amicizia, sul valore assoluto di un rapporto che si instaura fra esseri umani senza secondi fini o interessi. È quindi un argomento delicato, non sempre si riesce a perdonare o a vendicare un torto. La chiusura di un rapporto così profondo è soggettiva, insindacabile, a mio parere, ed io ho cercato di far comprendere al lettore un pezzo dell’anima di un un uomo come Rocco: che reagisce come sa e come può. Se questo non è piaciuto, mi dispiace ma il libro per me è concluso come meglio non avrei potuto".

Perchè piace così tanto Schiavone ai lettori?

"Purtroppo non lo so. Credo che attenga alla funzione della maschera nella nostra cultura. La maschera per noi italiani, dai tempi del teatro romano, è stata un punto di riferimento costante nel racconto, nel teatro soprattutto. E da sempre le abbiamo amate. Forse Rocco è diventato un pò una maschera famigliare, col suo loden e le somiglianze. È un Capitan Fracassa, un Brancaleone, se vogliamo parlare di una maschera più recente. Cuore, nervi, rabbia e fallimento dietro l’angolo. Penso a Fantozzi, forse l’ultima grande maschera della letteratura italiana. Mah, forse sono solo elucubrazioni tardo serali. Rocco è burbero, inizia la sua giornata rollando una canna e ha una concezione sua della "legge".

È un personaggio scomodo? "Per me no. Se per qualcuno lo è me ne dispiaccio, ma sa cosa? La letteratura, per fortuna, è anche la libertà di non piacere a tutti, cosa che pare sia il diktat di questo millennio".

Nel suo "Elp" ci sono giovani impegnati nella difesa dell’ambiente anche con iniziative forti. E Rocco li guarda con ammirazione.

"Quelli dell’Elp sono dei gruppi che attaccano i maggiori responsabili del depauperamento della terra, gli allevamenti intensivi, le fabbriche che sversano liquami chimici. Sono persone che contestano, magari in maniera un pò cruenta, per sensibilizzare tutti sul fatto che non esiste un "pianeta b". E su questo Rocco è d’accordo: ama chi protesta per cause umane e giuste".

Lei che ne pensa dei giovani di oggi?

"È un discorso difficile. In quelli che frequento trovo una forza e un’energia che invidio. Gli lasciamo un paese depresso, violento e chiuso, sono costretti a scappare all’estero per un lavoro, problema questo sì che si dovrebbe affrontare con la stessa energia con la quale si parla dell’immigrazione. Hanno un futuro oscuro davanti, eppure sono lì: pagati poco, trattati come pezze da piedi ma che avrebbero da insegnare a tutti noi vecchi parecchio se solo li ascoltassimo".