Martellate: l’altra verità. Condannato, si difende

Sei anni per aver massacrato di botte il fratello. L’avvocato: "Ricorso in appello"

Martellate: l’altra verità. Condannato, si difende

Sul posto era intervenuta la Polizia

"L’idea di fare appello c’è, ma ovviamente prima aspetteremo di leggere la motivazione della sentenza". Commenta così l’avvocato Riccardo La Ferla dopo la condanna a 6 anni di reclusione del suo assistito: il 59enne aretino che lo scorso autunno aveva aggredito il fratello con martello e bastone.

La pena è stata decisa lunedì mattina dal tribunale di Arezzo, presieduto dal giudice Filippo Ruggiero con Antonio Dami e Giorgio Margheri come giudici a latere. La Pm Angela Masiello gli contestava il tentato omicidio e la rapina. Aveva chiesto una pena superiore ai 4 anni.

"Avevamo fornito elementi per leggere diversamente i fatti, aspettiamo di leggere la motivazione per una valutazione a 360 gradi", prosegue l’avvocato La Ferla.

I fatti risalgono all’ottobre del 2023. Il 59enne aveva aggredito il fratello colpendolo alla testa con un martello e un bastone. Lo aveva lasciato in un bagno di sangue e poi si era allontanato. La polizia però lo aveva individuato in poco tempo in Largo 2 giugno e per lui erano scattate le manette. Con sè aveva portato via anche alcuni oggetti del fratello, tra cui il borsello con i soldi. E poi, sempre con sè, aveva le sue armi: il bastone e ilo martello ancora sporchi di sangue. Facile per gli agenti connettere la segnalazione all’uomo.

La vicenda si consumò tra le mura domestiche dove i due fratelli vivevano insieme alla madre che accudivano insieme. I rapporti erano tesi da tempo. Già in passato c’erano state scintille.

I poliziotti al tempo lo trovarono per strada, in una pozza di sangue. Ferito sia alla testa che agli arti. Aveva ferite gravi ma non era in pericolo di vita.

Gli antefatti? Vecchie ruggine tra i due, dissidi mai risolti che già qualche mese prima erano sfociati n un primo arresto.

Il 59enne da allora è rimasto alla casa circondariale di Arezzo. Adesso la misura cautelare potrebbe essere alleggerita e sostituita dagli arresti domiciliari ma c’è un problema: non può tornare nella casa in cui abita perché è quella che condivide con il fratello. Fratelli che ieri si sono ritrovati in aula. L’avvocato Nicola Fabbri, che rappresenta la parte civile, ha chiesto un risarcimento simbolico di 500 euro.