Arezzo, 20 marzo 2016 - Nel povero corpo di Martina Rossi, la studentessa genovese precipitata dal sesto piano di un albergo di Palma di Maiorca, non emergono elementi che possano ricondurre ai due giovani di C.Fibocchi accusati della sua morte. La salma è stata esaminata dall’equipe di medicina legale dell’università di Pisa. E così rimane intatto il mistero sulla sua morte.
Si è buttata dal terrazzo della camera 609, come raccontano i due castiglionesi che erano con lei, Alessandro A. e Luca V., dopo aver urlato qualcosa? O è caduta mentre cercava di sfuggire a un tentativo di violenza sessuale, come ipotizza il Pm genovese che poi ha trasmesso li atti della sua inchiesta alla procura di Arezzo?
Secondo i medici legali guidati da Marco Di Paolo, le lesioni sui resti di Martina risultano compatibili con la caduta dal sesto piano. Segni di violenza fisica precedenti? Nessuno. Non significa, specifica la relazione, che l’uso di maniere forti si possa escludere del tutto, ma le condizioni di conservazione del cadavere non possono rilevarle. Nè tracce del Dna della studentessa,. Non c’è niente neppure sui vestiti che la genetista dell’equipe ha esaminati per ultimi. Lì l’esito ufficiale non c’è ancora, ma i risultati si conoscono già.
Che farà ora la Procura? Si arrenderà e chiederà l’archiviazione o il rinvio a giudizio? Sulla testa dei due castiglionesi resta la frase che si scambiarono quando furono interrogati: abbiamo sgamato la polizia.