Arezzo, 2 novembre 2020 - Al posto della mascherina si sono infilati la maschera. Quella di Halloween, tra l’altro, diciamocelo, perfino di cattivo gusto: teschi, sangue e dintorni nei giorni nei quali tante famiglie sono alle prese con la morte vera o almeno con la malattia che fa male.
Di appelli ne erano arrivati tanti e forse hanno contribuito a non far moltiplicare le presenze oltre certi limiti: ma alla fine i limiti sono stati superati lo stesso. «Poteva andare meglio, non c’è dubbio: troppi ragazzi, troppi giovani, a volte senza alcuna protezione». Aldo Poponcini, comandante di una polizia municipale in emergenza da febbraio, al posto della maschera ci mette la faccia, come sempre.
«Noi non molliamo con i controlli, secondo le indicazioni del sindaco: ma i giovani e quindi le loro famiglie devono capire cosa stiamo rischiando in questi giorni. Certi comportamenti sono una minaccia per tutti: e vanno modificati».
Dal loro punto di vista i vigili hanno elevato diverse multe per mancanza di mascherine, i dati ci saranno oggi. Ma si sono ritrovati a fronteggiare non solo gli affollamenti nel solito Corso ma anche in quei punti dove chi poteva andava a sfogarsi proprio per aggirare i controlli.
Spesso impensabili, con segnalazioni che arrivavano dal Prato come da Indicatore o da Pescaiola. Non i numeri degli altri anni, beninteso. Ma troppe maschere e troppo poche mascherine. E qualche testa che poteva essere usata meglio.